L’Arabia Saudita stringe accordi ufficiali per lo sviluppo di alternative vegetali

L'Arabia Saudita ha firmato accordi ufficiali con alcune aziende alimentari per lo sviluppo e la promozione di alternative vegetali.

L’Arabia Saudita stringe accordi ufficiali per lo sviluppo di alternative vegetali

Parlare di Arabia Saudita e “sostenibilità” nella stessa frase potrebbe apparire, nella più pacata delle ipotesi, piuttosto anacronistico. Vogliamo dire, stiamo pur sempre parlando di un Paese che, forte di una disponibilità economica virtualmente illimitata, progetta isole artificiali e piste da sci tra le sabbie del deserto. Ciò non significa, tuttavia, che l’Arabia Saudita – o le sue autorità governative, se vogliamo essere più precisi – sia effettivamente cieca alla questione ambientale, o che non possa intraprendere un percorso che sia “sostenibile” solamente in facciata: i funzionari del Ministero dell’Ambiente, dell’Acqua e dell’Agricoltura hanno infatti firmato accordi ufficiali con aziende alimentari e agricole locali con l’obiettivo di sviluppare alternative a base vegetale tecnologicamente avanzate e in grado di riprodurre fedelmente gli alimenti di origine animale.

L’Arabia Saudita e le alternative vegetali: un settore in forte crescita

carne vegetale

L’accordo è stato siglato a Gedda in una solenne cerimonia ufficiale che ha visto raccolti i rappresentanti dei sopracitati Ministeri, numerose autorità politiche e diverse aziende già operative nel contesto locale. L’obiettivo, come già accennato in apertura di articolo, sarà quello di sviluppare delle alternative vegetali a prodotti lattiero – caseari e alla carne in modo tale da creare un sistema alimentare più sano e sostenibile; riducendo al contempo gli sprechi e garantendo una maggiore sicurezza alimentare.

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A tal fine, le autorità saudite si impegneranno a sviluppare il settore agricolo locale e ad appoggiare la ricerca e la produzione delle alternative in questione attraverso una promozione della cultura del cibo sano a base vegetale e la creazione di un centro di studio creato ad hoc dal Ministero dell’Ambiente.

È bene notare, rimanendo in questo contesto, che l’iniziativa – di cui, sia chiaro, non stiamo mettendo in discussione la virtuosità – andrà per di più a rispondere a un settore animato da una domanda sempre più vivace: cifre alla mano, i rapporti più recenti indicano che il mercato delle alternative vegetali in Arabia Saudita andrà a crescere con un tasso su base annua del 19,4% nel lasso temporale compreso tra il 2022 e il 2028.

Occhi puntati sull’Arabia Saudita, dunque: rimarrà da vedere se tali stime, che già fanno pensare a un futuro decisamente roseo per il settore delle alternative vegetali (che in altre parti del mondo soffre di una sorte completamente diversa – pensiamo al caso di Beyond Meat, che dopo essere stata costretta a grossi tagli di personale ha visto le proprie azioni crollare ai minimi storici; o alla preoccupazione tutta italiana di multare prodotti che utilizzano nomi “da carne” tradizionale), andranno a giovare ulteriormente della campagna di sensibilizzazione e promozione progettata dalle autorità locali.