Parte oggi Terra Madre Salone del Gusto, evento ospitato dal Parco Dora di Torino fino a lunedì 30 settembre. Ospitato proprio come noi su questo pianeta, come ricorda la presidente di Slow Food Barbara Nappini, che auspica “più integrazione delle attività umane negli ecosistemi che ci ospitano”. Ma è papa Francesco ad aprire con enfasi le danze dell’evento, con una lettera indirizzata ai partecipanti alla manifestazione. “Siete la biodiversità culturale da salvare”, dice. Condividiamo con voi il suo appello, che ci riguarda tutte e tutti da vicino.
“Tutto quello che ci circonda è un dono”
Sono tanti i punti toccati dal pontefice nella sua epistola rivolta alle persone presenti al Salone e, in particolare, a chi è impegnato in prima linea nella produzione del cibo. Una retorica della salvaguardia del pianeta già sentita mille volte, ma quanto mai attuale e purtroppo mai sufficiente. “Tutto quello che ci circonda è un dono e noi abbiamo il dovere di rispettarlo e preservarlo” – potreste leggerci della religiosità in quest’altra affermazione del Vescovo di Roma; noi ne vediamo quanto basta. Perché dire che l’ottica del profitto a tutti i costi e dello sfruttamento umano e animale è da aborrire non è filosofia astratta, ma una verità che porta da tempo le sue conseguenze nei nostri ecosistemi e nella realtà di tutti i giorni.
Il papa fa poi un salto indietro nel tempo, rimembrando il Sinodo Panamazzonico del 2019, in occasione del quale è emersa la necessità improrogabile di intraprendere un percorso comune, una “conversione ecologica secondo cui tutto è intimamente connesso”. Ancora una volta, la religione c’entra tutto e niente, e cogliamo anche rimandi (involontari, certo, ma che apprezziamo comunque) a concetti antichi, espressi già dal sufismo secoli addietro: Tutto è Uno e Uno è Tutto. No, non ci siamo dati alla filosofia e alla religione, ma approfittiamo di questi pattern di connessioni e nessi per anticiparvi il clou del messaggio papale, che sta per arrivare.
“Voi rappresentate una biodiversità culturale che oggi va portata in salvo”
Ah, che belle queste commistioni di significati, questi giochi di parole che giochi non sono affatto. Il binomio coltura-cultura è vecchio come il cucco, ma mai banale. Dietro al cibo ci sono la terra, le persone e gli animali. Cultura significa anche questo: sapere come viene prodotto e lavorato ciò che compriamo, che sia a due passi da casa o dall’altra parte del mondo; sapere in che modo i nostri acquisti o le nostre azioni imprenditoriali hanno un impatto su ambienti ed esseri viventi. Il papa aggiunge un’idea di cultura e umanità al concetto di biodiversità, senza privare quest’ultimo del suo significato intrinseco – perché anche quella, di biodiversità, va tutelata. “Conoscere le vostre realtà, le vostre comunità, ascoltare le vostre istanze e le vostre preoccupazioni, permette di acquisire un’ampiezza di vedute che allarga la nostra umanità“. Amen. Decidete voi se farla rimanere pura retorica, trita e ritrita, o se dare un significato nuovo a questo invito.
E scusate, a ‘sto giro vi abbiamo un po’ fatto il pippone religioso (che religioso non è). Però ne valeva la pena.