Potevate immaginare che l’alimentazione causasse il 20% dei decessi? Ebbene sì: uno studio pubblicato su The Lancet dal titolo Global Burden of Disease ha spiegato che l’alimentazione causa una morte su 5 al mondo. Secondo la ricerca di The Lancet, il problema è duplice: da una parte si mangiano troppi cibi spazzatura e dell’altra troppi pochi cibi sani. Ma cosa si intende con alimentazione sbagliata? Per esempio, l’uso eccessivo di zucchero, sale e carne, ma non solo. Anche la scarsa presenza nella dieta di cereali integrali, frutta, semi e frutta a guscio contribuisce a causare questi morti.
Cattiva alimentazione: principali abitudini non salutari
Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet, ha dimostrato che in quasi tutti i 195 Paesi esaminati si mangia male. Per esempio, si consumano troppe bevande zuccherate (il consumo di tali bevande è 10 volte superiore a quello consigliato). Anche il consumo di sodio è dell’86% più alto rispetto ai livelli considerati non a rischio.
Il ricercatore Ashkan Afshin, autore principale dello studio, ha però spiegato che il problema non è solamente legato al fatto che ci ingozziamo di cibo spazzatura, bensì la scarsità di cibi sani nella nostra dieta. Va bene diminuire il consumo di cibi considerati poco salutari, ma se non aumentiamo quello di cibi sani, a farne le spese sarà sempre la nostra salute. Il risultato sono gli 11 milioni di morti all’anno causati dalla cattiva alimentazione. Ma quali sono le principali cause di morte? Eccole:
- 10 milioni di morti: malattie cardiovascolari
- 913.00 morti: tumori
- 339.000 morti: diabete
Per ridurre questi tassi, oltre a diminuire il consumo di cibo spazzatura (i maggiori incriminati sono le bevande zuccherate, il sale e la carne trattata), bisognerebbe anche aumentare quello di cibi sani. Per esempio, per quanto riguarda la frutta secca e i semi, la quantità raccomandata al giorno è di 21 grammi, ma in media se ne mangiano solo 3 grammi/die. Succede esattamente il contrario con le bevande zuccherate: la quantità massima da consumare al giorno dovrebbe essere di 3 grammi, ma in media ne consumiamo 49 grammi/die. Stessa cosa accade per carni lavorate e latte. Meglio non va per il sale: se 3g sono la quantità giornaliera consigliata, noi ne consumiamo 6g.
Se è vero che bisognerebbe mangiare 2 porzioni di frutta e 3 di verdura al giorno, il problema è nei paesi più poveri questo tipo di alimentazione rappresenterebbe un costo non sostenibile. Il problema ha dunque molte più sfaccettature di quanto non si pensi.
Alimentazione sbagliata: la classifica dei Paesi
Per quanto riguarda il tasso di mortalità, stilando una classifica, l’Italia è in decima posizione, con un tasso di morte di 107,7 per 100mila individui e 97.821 morti all’anno per cattiva alimentazione. Israele è il primo in classifica, con un tasso che si attesta su 88.9 per 100mila individui e 5.576 morti all’anno. Al secondo posto troviamo la Francia, con tasso di morte di 89,1 per 100mila e un numero di morti di 75.241. Gli Stati Uniti si piazzano in 43esima posizione, con un tasso di morte di 170,7 per 100mila individui e numero di morti di 503.391. Il paese messo peggio sarebbe l’Uzbekistan: il suo tasso di morte si attesta su 891,8 per 100mila individui, con numero di decessi annui di 75.725.
Guardando nel dettaglio all’Italia, la nostra situazione potrebbe migliorare se consumassimo più cereali integrali. Il numero di morti qui da noi è legato a diversi fattori:
- scarso consumo di cereali integrati (più di 30mila morti all’anno)
- eccessivo consumo di sale (più di 18mila morti all’anno)
- scarso consumo di frutta secca e semi (più di 16mila morti all’anno)
- scarso consumo di Omega-3 (circa 12mila morti all’anno)
- scarso consumo di frutta (più di 11mila morti all’anno)
15 i tipi di alimenti presi in considerazione:
- frutta
- verdura
- legumi
- cereali integrati
- noci
- semi
- latte
- fibre
- calcio
- acidi grassi Omega 3 (derivanti dal pesce)
- acidi grassi polinsaturi
- carni rosse e lavorate
- bevande zuccherate
- acidi grassi trans
- sodio
E, pensante, in nessuno dei 195 Paesi esaminati il consumo di tutti e 15 questi alimenti è risultato soddisfacente.
[Crediti | The Lancet]