Un successo nel successo, se vogliamo – quello personale ed emozionante di Eleonora Riso, cameriera toscana e da una manciata di ore a questa parte migliore cuoca amatoriale dello Stivale; e poi quello più prettamente mediatico, che si misura più con i numeri che con le lacrime, del MasterChef inteso come programma.
La finale della tredicesima edizione di MasterChef ha fatto il carico di emozioni, certo, ma anche e soprattutto di ascolti: numeri alla mano, si tratta della più vista degli ultimi quattro anni con un milione e 145 mila spettatori medi e il 5,4% di share, con ascolti in crescita dell’8% rispetto all’edizione dello scorso anno e addirittura del 45% se confrontati con quelli di una settimana fa.
MasterChef in numeri, tra ascolti ed emozioni
Indice di un programma che, pur avendo già passato da qualche tempo la doppia cifra in termini di età, sa evidentemente ancora appassionare e stimolare – pur facendo propria una deriva narrativa che sta diventando sempre più marcata ed evidentemente necessaria a coinvolgere i telespettatori nella visione e nella discussione che segue le singole puntate.
In altre parole MasterChef, pur mantenendo chiaramente la sua anima di talent show a stampo culinario, si è dovuto romanzare, proponendo, tra le altre cose, il tradizionale antagonismo tra il bravo e il cattivo per fomentare quella macchina coinvolgente che è il tifo.
Proprio nel tifo potremmo intuire quella chiave di volta che ha portato al sopracitato record di ascolti (su base quadriennale, beninteso, ma pur sempre di record si parla): il personaggio, o meglio ancora i personaggi. Perché sì, è pur vero che c’è chi potrebbe sostenere che alla fine i veri protagonisti di MasterChef sono i piatti; ed è altrettanto vero che il tridente dell’inquisizione culinaria formato da Bruno Barbieri, granitico ma variopinto highlander, Giorgio Locatelli, da expat di lusso a figliol prodigo, e Antonino Cannavacciuolo, granitico uomo dal grande cuore e dalle ancor più grandi mani ha un fascino e un seguito mediatico che non possiamo ignorare; ma questi componenti del mosaico non servirebbero a nulla (o non esisterebbero) se non ci fossero i concorrenti.
Non tutti i concorrenti sono personaggi, naturalmente. Quando però lo sono, e questo è evidentemente il caso di Eleonora, che ai giudici si è presentata inciampando su parole e scalini e definendosi “un po’ schizzatella”, MasterChef ci guadagna. E questo è evidente sia dai dati degli ascolti, che abbiamo visto nelle righe in precedenza, che in quelli inerenti alla vetrina dei social, ormai importantissimo termometro del gradimento: 792mila interazioni social totali, dato in crescita del +62% rispetto a un anno fa e del +212% rispetto ai precedenti episodi.