Al semaforo verde quelle che erano premesse ottimiste – caute, certo, ma comunque ottimiste – sembrano mature e pronte a essere colte. La vendemmia in Champagne ha preso il via il 2 di settembre: la lettura proposta dal Comité è che, nonostante le condizioni climatiche non ideali che hanno accompagnato il periodo di maturazione, il raccolto dovrebbe mantenersi su uno standard di grande qualità. A onore del vero, è bene riconoscere che l’angolo della bollicina francese per eccellenza ha dovuto affrontare una stagione relativamente tranquilla (specie se paragonata ad altre aree vitivinicole): “pochissime gelate o grandinate e peronospora e oidio contenuti”, si legge nel rapporto redatto dal Comité. L’unica preoccupazione è stata legata all’inverno piuttosto siccitoso: la carenza di acqua e di precipitazioni ha di fatto destato qualche timore sul rifornimento d’acqua dei suoli.
Champagne e vendemmia: c’è aria di ottimismo
Una sorte fortunata che, come brevemente accennato in apertura di articolo, non è stata purtroppo condivisa anche da questa parte delle Alpi. Uno sguardo rapido ai rapporti più recenti ci racconta delle difficoltà con la peronospora e con il clima, che hanno pesantemente mutilato la produzione del nostro caro e vecchio Stivale fino a configurare il 2023 come uno degli anni peggiori di sempre – almeno per quanto riguarda l’aspetto quantitativo: la partita della qualità, di fatto, è ancora da giocare – per il vino italiano.
Ma bando alle ciance, e torniamo a noi – la vendemmia in Champagne, per l’appunto. A un inverno tendenzialmente avaro di acqua e una primavera relativamente tranquilla ha seguito un arco estivo un poco più traballante, con il mese di agosto che in particolare si è distinto per essere stato caldo e insolitamente umido – condizioni climatiche hanno favorito la comparsa di qualche focolaio di botrite.
Allo stesso tempo, tuttavia, la congiunzione climatica di agosto ha favorito anche “il peso eccezionale dei grappoli, più di 220 grammi in media, cosa mai vista in Champagne”, ha spiegato Maxime Toubart, Presidente dei Vigneron e co-Presidente del Comité Champagne, che aggiunge: “questi grappoli numerosi e generosi ci permetteranno di selezionare solo quelli perfettamente sani”.
Come anticipato – tutto promette una vendemmia da ricordare. “Gli Champenois organizzeranno i loro percorsi di raccolta per garantirsi uve di grande qualità”, ha confermato David Chatillon, Presidente delle Maison di Champagne Presidente dei Vigneron e co-Presidente del Comité Champagne, che aggiunge che “tenuto conto del carico d’uva nei vigneti, anche selezionando solo i grappoli migliori, tutti i professionisti dovrebbero raggiungere senza difficoltà la resa disponibile, fissata a 11.400 kg/ha”.