La Commissione Ue apre alle biotecnologie e alle nuove tecniche di intervento genetico: non tutto è Ogm, perciò la normativa in materia va aggiornata. È stato appena pubblicato uno studio che effettua una ricognizione sulle nuove tecnologie genetiche (Ntg) sviluppate dopo il 2001, anno in cui è stata regolamentata la materia. “Lo studio conclude che le nuove tecniche genomiche possono promuovere la sostenibilità della produzione agricola, in linea con gli obiettivi della nostra strategia Farm to Fork”, ha detto la commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides. La Commissione quindi si attiverà per ridefinire il quadro e aggiornare le norme.
È un importante cambio di orientamento nella Ue, dopo che si era discusso sull’opportunità o meno di applicare le regole restrittive, emanate per gli organismi geneticamente modificati, anche ad altre e successive scoperte: nel 2018 la Corte di Giustizia si era espressa in modo rigido, per cui tutto veniva considerato come Ogm, vietando non solo lo sviluppo ma anche la ricerca. Eppure c’è una differenza fondamentale: negli Ogm viene innestato un pezzo di DNA un essere vivente in un altro anche totalmente diverso. Nell’editing genomico, la cosiddetta CRISPR che ha portato le sue due creatrici addirittura al Nobel, vengono invece attivati o disattivati dei geni già presenti in un organismo. Poi c’è una tecnica intermedia, che porta alla possibilità di realizzare in laboratorio degli innesti che sarebbero comunque possibili in natura tramite incrocio. Insomma la materia è complessa, e necessita appunto di regole, ma regole nuove.
Reazioni di segno opposto hanno caratterizzato la notizia. Paolo De Castro, eurodeputato, ha sottolineato che i prodotti realizzati con il nuovo biotech “non c’entrano nulla con gli Ogm tradizionali e anzi possono contribuire in modo sicuro ed efficace a una produzione agricola sempre più sostenibile”. Un’apertura si è avuta anche da Coldiretti, e così hanno commentato positivamente Confagricoltura, Cia-Agricoltori italiani e Copagri.
Contrarie associazioni ambientaliste e agricole, tra cui la Federazione europea del settore biologico Ifoam e Slow Food. “Sono solo Ogm con un altro nome e come tali devono essere trattati dalle norme”, commenta Greenpeace Europa. I Verdi europei: “Non abbiamo bisogno di una nuova legge, regole rigorose devono continuare ad applicarsi a tutti i tipi di ingegneria genetica”. “L’industria biotecnologica ha utilizzato tutti gli strumenti a sua disposizione per convincere le istituzioni Ue della ‘necessità’ di una deregolamentazione”, dice infine Nina Holland, della Ong Corporate Europe Observatory. “Ma questo tentativo di deregolamentare nuove tecniche di Ogm rappresenta una minaccia per l’ambiente, la salute pubblica e la scelta dei consumatori e quindi contraddice gli obiettivi del Green Deal europeo”.
[Fonti: IlSole24Ore, Agrifoodtoday]