La “tequila” di Lewis Hamilton potrebbe diventare uno sponsor della Ferrari

Lewis Hamilton diventerà sponsor di se stesso? Voci di corridoio vedono la sua "tequila" vicina agli sponsor della Ferrari.

La “tequila” di Lewis Hamilton potrebbe diventare uno sponsor della Ferrari

Lewis Hamilton gioca in casa. O giocherà, ecco. Il suo marchio di “tequila” – e non temete: a tempo debito vi spiegheremo il perché delle virgolette – potrebbe diventare uno dei nuovi sponsor di casa Ferrari. “Potrebbe”, già: il condizionale è d’obbligo, dal momento che la fonte della notizia sarebbe una manciata di voci di corridoio raccolte da Joe Saward, famoso giornalista d’Oltremanica di Formula Uno.

Le voci in questione, stando a quanto riportato, avrebbero preso piede proprio nel corso delle ultime due settimane. “Ne ho sentito parlare nel paddock al Gran Premio di Singapore” ha scritto Saward. “Lewis Hamilton potrebbe finire per sponsorizzare se stesso, quando sarà alla Ferrari”.

La tequila non tequila di Hamilton e l’aiuto di Pernod Ricard

Il pilota britannico vestirà il rosso a partire dal prossimo anno. Almave, il suo marchio di “tequila”, è invece stato lanciato poco meno di un anno fa; e potrebbe di fatto accompagnarlo nel suo debutto con la scuderia di Maranello. Ma perché ‘ste virgolette, dunque? E che c’entra uno dei più importanti colossi internazionali del mondo degli alcolici?

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Almave non è una tequila. Non per la legge, almeno. Trattandosi di una bevanda analcolica, infatti, salta a piè pari il periodo di fermentazione necessario a produrre alcol, allontanandosi in maniera imperdonabile dal disciplinare di produzione del distillato messicano. Hamilton e soci ne sono pienamente consapevoli, e non a caso si sono accontentati di scrivere “spirito di Agave Blu” in etichetta. Uno strappo alla regola che ha portato bene, però.

Ad agosto Pernod Ricard annunciò l’acquisizione di una quota di minoranza in Almave. Il ruolo di Pernod, dichiarò la società in un comunicato stampa all’epoca, sarebbe stato quello di scalare il prodotto su diversi mercati in tutto il mondo. La tequila non tequila ha le spalle più larghe che mai, in altre parole.

Il colosso d’Oltralpe legge e interpreta il mercato, com’è ovvio. Di recente ha disinvestito pesantemente sul vino, citando come causa la contrazione globale dei consumi; spostando evidentemente la propria attenzione sulle tendenze più fertili come quella che sta premiando gli analcolici. Come Almave, per l’appunto. Ma sarà abbastanza a portarla a bordo di una Ferrari?