I numeri non mentono: nei tre anni successivi all’introduzione della Sugar Tax nel Regno Unito si è registrato un dimezzamento netto della quantità di zucchero consumata dai bambini attraverso bibite e bevande analcoliche. Da questa parte delle Alpi, invece, si attende il suo sistematico rinvio con la stessa puntualità con cui ricomincia il campionato di calcio.
Badate bene: sappiamo bene che il paragone è il ladro della felicità, ma crediamo anche che, di tanto in tanto, sbirciare verso il cortile del vicino di casa possa essere utile per evidenziare differenze di direzione e pensiero. Qualche esempio? Uno studio da poco pubblicato sul Journal of Epidemiology and Community Health ha ventilato i risultati accennati in apertura di articolo, mentre in Italia abbiamo Assobibe che prepara drammatici countdown e il ministro Lollobrigida che applaude a ogni rinvio della Sugar Tax.
L’impatto della Sugar Tax in Regno Unito: un’occhiata ai numeri
Spazio alle norme operative, dunque. La Sugar Tax ha fatto il debutto ufficiale in terra d’Albione nell’aprile del 2018; mentre lo studio sopracitato ha preso in esame le risposte di 7.999 adulti e 7.656 bambini tra il 2008 e il 2019 all’annuale sondaggio nazionale sulla dieta e la nutrizione del Regno Unito, rappresentativo a livello nazionale.
I numeri, dicevamo, parlano chiaro: è emerso che l’assunzione giornaliera di zucchero per i bambini è diminuita di circa 4,8 g e di 10,9 g per gli adulti nell’anno successivo all’introduzione della tassa. Scendendo più nei particolari, si è calcolato che all’inizio del lasso temporale analizzato i bambini fossero soliti consumare circa 70 grammi al giorno di zuccheri, mentre gli adulti 60 grammi. Al termine dello studio, i dati si sono arenati a 45 grammi per entrambe le categorie.
Vale la pena sottolineare che, anche a questo livello, la quantità di zucchero consumata rimane comunque al di sopra delle linee guida raccomandate; ma si tratta comunque di un inizio incoraggiante. E prima che qualche paladino della Sovranità Alimentare ci venga a dire che dall’altra parte della Manica i bambini non hanno la cultura del “buon mangiare”, ricordiamo che l’Italia vanta la maglia nera in Europa per l’obesità infantile.
La lettura proposta da Eddie Crouch, presidente della British Dental Association, è semplice e limipida: la Sugar Tax sta dando “risultati tangibili” e funziona in maniera efficace. L’introduzione dell’imposta “non deve necessariamente aumentare il costo della vita“, ha spiegato. “La tassa costringe semplicemente l’industria alimentare a fare la cosa giusta”.