Un’Odissea con lieto fine? Perdonateci se ci concediamo un po’ di diffidenza, ma capirete bene che è inevitabile: la sugar tax venne di fatto introdotta al pubblico per la prima volta nell’ormai lontano 2019 con la Legge di Bilancio, e da allora prese a singhiozzare in una lunga serie di rinvii – sei in tutto, con il più recente arricchito dal plauso dello stesso ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida – che hanno continuamente evaso la sua entrata in vigore.
A cambiare le carte in tavola potrebbe essere la sentenza numero 49 della Corte costituzionale, depositata nella giornata di martedì 26 marzo, che ha definito la sugar tax come costituzionalmente legittima in quanto compensa le spese che lo Stato dovrebbe e potrebbe affrontare per i possibili danni alla salute dei cittadini. Una decisione che di fatto boccia il ricorso presentato dal Tar del Lazio che aveva censurato tale disciplina citando la violazione del principio di eguaglianza tributaria, in quanto andrebbe di fatto a bersagliare solo certe bevande analcoliche,
Sugar tax: la sentenza della Consulta e l’entrata in vigore
La sentenza di cui sopra, in altre parole, ha respinto l’incostituzionalità e spianato la strada per la definitiva entrata in vigore, prevista – stando a quanto lasciato trapelare – per il primo luglio dell’anno in corso. La risposta di Assobibe, braccio di Confindustria che si occupa di rappresentare i produttori di bevande analcoliche in Italia, è di sorpresa e contrarietà; ma prima di addentrarci nella cosiddetta ciccia potrebbe essere utile ricordare in cosa effettivamente consiste la sugar tax.
Saremo brevi – la sugar tax è fondamentalmente un’imposta che andrebbe a colpire, come suggerisce il suo stesso nome, le bibite con un alto contenuto di zucchero, con l’obiettivo di scoraggiare il consumo di prodotti alimentari notoriamente dannosi per la salute. Scendendo più nei dettagli, la misura andrebbe a colpire il consumo di bevande analcoliche edulcorate nella misura di dieci euro per ettolitro per quanto riguarda i prodotti finiti, e 0,25 euro per chilogrammo per quanto invece concerne i prodotti predisposti a essere utilizzati previa diluizione.
Come accennato nelle righe precedenti la sentenza varata dalla Corte costituzionale è stata accolta con un certo sgomento dal fronte dell’opposizione. “Siamo davvero stupiti dalla pronuncia della Consulta, ma ancora di più dalle motivazioni che si basano su un razionale scientifico contestabile e, soprattutto, slegato dai consumi reali in Italia” ha commentato Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe. Vale la pena ricordare che l’associazione aveva a più riprese approfittato dei numerosi rinvii per invitare ad abolire in toto la sugar tax.
“Rimaniamo convinti che per affrontare patologie multifattoriali come sovrappeso, obesità e diabete occorrano approcci integrati” ha concluso Pierini “una misura che colpisce un unico alimento non può pagare e non modifica comportamenti non equilibrati”.