La Sugar Tax non s’ha da fare. Nulla di nuovo sul fronte occidentale, potrebbero dire i nostri lettori più attenti; che di fatto tra rinvii e posticipi vari attendiamo la proroga di turno come un appuntamento pressoché certo. La nostra protagonista fu introdotta al pubblico per la prima volta nell’ormai lontano 2019 con la Legge di Bilancio, ed è ora attesa per il primo luglio 2025. Sarà la volta buona?
Il fronte dell’opposizione si mostra, com’è ormai consuetudine, compatto e agguerrito. Tra i vessilli più in vista si riconoscono quello di Assobibe, che per l’ultimo appuntamento con il “vedremo più avanti” aveva preparato un drammatico countdown; del ministro Francesco Lollobrigida, dell’idea che i continui rinvii siano un vanto per il Governo; e ora addirittura Cgil, Cisl e Uil e molti altri.
Ma che cos’è la Sugar Tax?
La Sugar Tax è un’imposta che andrebbe a coprire le bibite con un alto contenuto di zucchero. Nella sua ultima formulazione (maggio 2024) avrebbe previsto un prelievo di cinque euro per ettolitro sui cosiddetti “prodotti finiti” e di 0,13 euro a chilogrammo per i prodotti predisposti a essere utilizzati previa diluizione per i primi due anni dalla sua introduzione.
La posizione di Assobibe, braccio di Confindustria che si occupa di rappresentare i produttori di bevande analcoliche in Italia, è facilmente intuibile: no, mai e poi mai, abolitela. Nelle ultime ore l’associazione, seguita da altre 14 sigle di rappresentanza della filiera agroalimentare, avrebbe formulato un nuovo appello per chiedere al governo di neutralizzare la Tax una volta per tutte.
La tesi impugnata è quella della tutela alle imprese ai lavoratori. E poi c’è l’elefante nella stanza: la questione della salute. “Nei Paesi in cui è stata introdotta con un obiettivo salutistico non ha mai portato risultati” ha spiegato Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe, riferendosi alla Tax. Ma siamo sicuri?
I numeri raccontano tutt’altro. Nel Regno Unito la Sugar Tax entrò in vigore nell’aprile del 2018, e nei tre anni successivi si è registrato un dimezzamento netto della quantità di zucchero consumata dai bambini attraverso bibite e bevande analcoliche. Vale la pena sottolineare che, anche a questo livello, la quantità di zucchero consumata rimane comunque al di sopra delle linee guida raccomandate; ma si tratta comunque di un inizio incoraggiante. Parlare di “mai portato risultati”, invece, pare più banalmente falso.