Attorno a Heinz c’è nuovamente tanto rumore, e questa volta non è per la carbonara in lattina. L’azienda ha di recente lanciato una nuova campagna pubblicitaria per promuovere una linea di sughi formato famiglia, impostandola su note naturalmente appartenenti all’alone semantico della vita famigliare. Il verdetto internettiano, tuttavia, è unanime: trattasi di pubblicità razzista. Ma per quale motivo?
La cosiddetta pietra dello scandalo è una serie di cartelloni pubblicitari sistemati nella metropolitana londinese, che mostra un coppia di novelli sposi impegnati nel pranzo (o cena) di matrimonio. I piatti, è chiaro, traboccano di spaghetti conditi con la salsa di casa Heinz; ma non è questo il punto.
Le accuse di razzismo e l’interpretazione italiana
Il cartellone mostra la sposa, una donna nera, accanto al marito, un uomo bianco. Alla destra di lei sono seduti un uomo e una donna più anziani, che potrebbero essere interpretati come i genitori dello sposo; mentre alla sua sinistra siede una donna nera, anch’essa più anziana degli sposi, che è facilmente interpretabile come la madre della sposa. Avete già capito l’inghippo?
Manca il padre di lei. La lettura è che la pubblicità, nella sua veste grafica, stia andando a perpetuare quello stereotipo che vede il padre di una famiglia nera abbandonare madre e figli/e. La reazione del popolo internettiano, dicevamo, è giunta puntuale: “Uno stereotipo del genere in un marchio così conosciuto… Ma come è possibile che la pubblicità sia stata approvata?”. La risposta di Heinz, naturalmente, non si è fatta attendere.
“Comprendiamo come questo annuncio possa aver perpetuato involontariamente stereotipi negativi” ha dichiarato l’azienda. “Estendiamo le nostre più sentite scuse e continueremo ad ascoltare, imparare e migliorare per evitare che ciò accada di nuovo in futuro”. Il che fa sorgere una domanda ancora più interessante: questo intero caso, comprese le scuse di casa Heinz, avrebbe mai potuto sbocciare in Italia?
La risposta è molto probabilmente “no”. Uno: difficilmente avremmo visto una pubblicità con una famiglia nera come protagonista. Due, e decisamente più importante: nessuno, o quasi, avrebbe notato o si sarebbe posto il problema. Tutta un’altra storia per quanto riguarda la carbonara in lattina: in quel caso il radar dell’offesa percepita comincia a trillare senza sosta, tant’é che persino un Ministro della Repubblica ha ritenuto opportuno intervenire.