Purtroppo la Russia alla fine ha fatto saltare l’accordo del grano sul Mar Nero, interrompendo così l’esportazione del grano dell’Ucraina lungo il corridoio del Mar Nero in sicurezza. Mosca ha deciso di non proroogare più gli accordi: dopo un tira e molla costante allo scadere di ogni proroga, ecco che la Russia adesso ha detto stop. E mentre Erdogan dalla Turchia ha promesso che parlerà a Putin, l’UE, l’ONU e la Nato condannano la Russia. Anche Giorgia Meloni è intervenuta sulla questione, parlando di “un’altra offesa contro l’umanità”.
Stop all’accordo del grano in Ucraina: cosa cambia ora?
Putin ha deciso di non prorogare più l’accordo sul grano. La Russia si è giustificata sostenendo che visto che gli impegni presi nei suoi confronti non erano stati rispettati, ecco che avrebbe sospeso gli accordi sul grano. A dichiararlo è stato Dmitry Peskov, il portavoce del Cremlino.
Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo, ha poi aggiunto che la Russia aveva già informato ufficialmente della caso l’Ucraina, la Turchia e il Segretariato del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
A seguito della notizia, Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, ha condannato la decisione unilaterale della Russia di ritirarsi dall’iniziativa del grano del Mar Nero, nonostante gli sforzi fatti dall’Onu e dal suo alleato, la Turchia. E ha concluso ricordando che la guerra illegale della Russia contro l’Ucraina sta continuando a danneggiare milioni di persone vulnerabili in tutto il mondo.
Concorde anche Antonio Guterres, il segretario generale dell’ONU, che ha sottolineato come questa mossa avrà conseguenze negative su milioni di persone che ne “pagheranno il prezzo”.
Sulla stessa linea di pensiero è anche Giorgia Meloni, che ha commentato la mancata proroga dicendo che la decisione della Russia è “l’ulteriore prova su chi è amico e chi è nemico dei paesi più poveri”. La premier ha poi invitato i leader delle nazioni che non vogliono distinguere fra aggredito e aggressore a riflettere ulteriormente sulla questione: utilizzare la materia prima che sfama il mondo come un’arma è un’altra offesa contro l’umanità.
Nel frattempo Zelensky ha fatto sapere che l’Ucraina continuerà l’export del grano anche senza la Russia. Sui social ha specificato che nessuno ha il diritto di distruggere la sicurezza alimentare di una nazione. Queste le sue parole: “Se un gruppo di persone da qualche parte al Cremlino pensa di avere il diritto di decidere se il cibo sarà in tavola in diversi paesi: Egitto o Sudan, Yemen o Bangladesh, Cina o India, Turchia o Indonesia… allora il mondo ha l’opportunità di dimostrare che il ricatto non è consentito a nessuno. L’Africa ha diritto alla stabilità”.
Intanto anche Erdogan, il presidente turco, ha promesso che proverà a parlare con Putin in modo da convincerlo a rinnovare l’accordo sul grano. Ma cosa succederà se l’accordo non verrà ripristinato? La paura è che l’armata russa impedisca il passaggio delle navi cariche di grano lungo il Mar Nero, causando così una carenza di cereali nei paesi più poveri, quelli di destinazione di tali navi cargo. E il timore è anche quello relativo al fatto che i prezzi di tale materia prima tornino a impennarsi un’altra volta.