Che il macaron in rosso abbia un fascino, per i malati di gastrofighettismo così come per i più semplici (ma sempre graditi) golosi, è pressoché scontato. Può però essere interessante tentare di quantificarlo, questo fascino, e restituirlo in forma di numeri; o meglio ancora nella forma ancora più eloquente di un indotto economico. Numeri alla mano, la ristorazione stellata Michelin nel nostro Paese muove 438 milioni di euro: ma si tratta di una crescita o di un declino?
I dati sono quelli contenuti nello studio Taste Tourism, opportunamente presentato nelle ultime ore in occasione dei festeggiamenti per il 70esimo compleanno della Rossa italiana (stesso palcoscenico, tra parentesi, in cui sono stati svelati luogo e data della prossima cerimonia). La prima volta dell’indagine risale al 2016, e ci permette pertanto di tracciare un’analisi piuttosto puntuale sull’andamento dell’indotto “stellato”, per così dire.
La performance della ristorazione stellata negli ultimi otto anni
Segni in rosso o segni in verde: questa è la domanda. Legittima, se permettete, considerando il boato di notizie come la chiusura del Noma (altro Paese e altre regole, è certo: ma la crepa sulla faccia del fine dining si è sentita fin qua), risalente all’ormai lontano gennaio del 2023. Ebbene, i numeri parlano chiaro: l’indagine di Taste Tourism attesta che l’indotto generato dai ristoranti stellati del nostro paese sia passato da 280 milioni di euro a 438 milioni di euro.
Vale la pena notare che la cifra non include le spese sostenute nel ristorante stesso, ma interessa i settori dell’hotellerie, del commercio e dei servizi. Allo stesso tempo, è bene sottolineare che le previsioni per il 2024 indicano un risultato relativo all’indotto indiretto in aumento, pari a quasi 500 milioni di euro totali (498 MLN €). Scendere nei dettagli del rapporto tra i singoli ristoranti e i benefici diretti sul territorio, però, può essere più interessante.
Partiamo dal presupposto che il 74,6% della clientela estera ed il 39,5% di quella italiana trascorre almeno una notte nella destinazione o nelle immediate vicinanze, generando quindi benefici indiretti sui settori dell’ospitalità (circa 355 MLN €), del commercio (48 MLN €) e dei servizi locali (35 MLN €).
Ogni ristorante con una stella genera benefici diretti sul territorio pari a 805 mila euro circa, che diventano 2,4 milioni di euro quando si tratta di un ristorante con due stelle e superare addirittura i 6,5 milioni di euro per le insegne che abitano la loggia più alta della Rossa.
È poi interessante rilevare come quasi il 70% dei gestori di hotel di qualità (da 3 a 5 stelle lusso) localizzati nei pressi di un’insegna stellata Michelin, dichiari di avere clienti giunti in albergo proprio per recarsi in uno specifico ristorante. L’insegna stellata è monumento, in un certo senso: punto di partenza o di arrivo per pianificare un’uscita, se non addirittura pietra angolare ella stessa. Ma quali sono le province e le regioni che beneficiano di più?
Le previsioni che indicano per il 2024 un indotto indiretto pari 498 MLN €, segnalano che la regione italiana a beneficiare maggiormente della presenza dei ristoranti stellati è la Lombardia, seguita a ruota dalla Campania. In terza posizione troviamo il Piemonte; mentre a livello provinciale Napoli a giovare dei maggiori benefici, seguita da Roma e Milano.