La ristorazione italiana non è ancora tornata ai livelli pre pandemia: ecco i dati 2023

La ristorazione italiana sta crescendo in valore, ma i numeri del mondo pre pandemico sembrano ancora lontani.

La ristorazione italiana non è ancora tornata ai livelli pre pandemia: ecco i dati 2023

L’ombra della pandemia, con tutte le sue mascherine, i suoi rigori, le sue chiusure obbligate e necessarie continua ad allungarsi sul settore della ristorazione italiana. Settore che in termini di valore, è bene notarlo, risulta in ripresa; ma che ancora si trova nella posizione di dovere inseguire i numeri dell’ormai lontano – in senso temporale, sì, ma non solo – mondo pre pandemico. Ma bando alle ciance, e diamo dunque un’occhiata ai numeri: secondo quanto contenuto nell’edizione 2023 del report Foodservice Market Monitor di Deloitte intitolato “Frontiere evolutive per il settore del Foodservice”, il valore complessivo della ristorazione in Italia è in rialzo dell’11% rispetto al 2021, con un valore complessivo di 228 miliardi di euro.

Cifre importanti, che di fatto piazzano il comparto della ristorazione del nostro caro e vecchio Stivale alla sesta posizione mondiale per dimensioni, con il formato del delivery che in particolare ha messo a segno per il sesto anno consecutivo un forte aumento di market share (passando dal 5% al 19% nel lasso di tempo compreso tra il 2016 e il 2022). Come accennato in apertura, tuttavia, continua a persistere un gap con il mondo pre pandemico, quando il valore complessivo era di 236 miliardi di euro.

La ristorazione italiana in numeri: un’occhiata al report di Deloitte

ristorazione

Dati alla mano, oltre alla sopracitata ottima performance del delivery, salta all’occhio soprattutto il segmento travel, che fa di fatto evidenziare la maggiore crescita anno su anno (+43% nel 2022 rispetto al 2021). A livello globale, invece, la ristorazione italiana ha fatto registrare una significativa penetrazione pari al 19%, nel mercato dei ristoranti tradizionali full service, posizionandosi principalmente come value-for-money. È interessante notare, per di più, che in Italia più della metà del mercato è di fatto occupata dai ristoranti tradizionali, un dato che rende il Bel Paese il primo in Europa per dimensioni in questo particolare contesto.

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“La ristorazione si conferma un comparto sempre più importante per l’intera filiera del food” ha commentato Tommaso Nastasi, Value creation services leader di Deloitte. “Le imprese di questo settore, per continuare a crescere, dovranno innovare il loro modello di business mettendo i consumatori e la sostenibilità al centro”.

La lettura di Nastasi è che per raggiungere il proverbiale prossimo “salto di qualità” nella ristorazione sarà necessario rafforzare la “coesione tra i diversi attori della filiera, tramite aggregazioni e partnership che valorizzino il territorio e le sue eccellenze imprenditoriali. Per adeguarsi alle mutate preferenze dei consumatori, gli operatori stanno adattando la loro value proposition sia in termini di innovazione di prodotti, per esempio introducendo più opzioni vegetariane e plant-based, che di customer experience, attraverso l’uso di strumenti digitali”.