È stato pubblicato da pochissimo uno studio che evidenzia numeri impressionanti riguardanti la crescita del settore del tè pronto da bere (RTD – Ready to Drink) nel mercato Asia-Pacifico. Le cifre di cui si parla sono ragguardevoli, con un’aspettativa di passare dai 5,05 miliardi di dollari nel 2023 a ben 6,67 miliardi di dollari entro il 2028: una performance sostenuta da diversi fattori chiave che hanno positivamente influito sulla domanda.
Le ragioni della crescita
Il punto principale di questo successo è sicuramente la rivoluzione culturale e dei consumi nelle aree interessate da questa analisi. L’aumento del reddito delle nazioni in via di sviluppo significa un più alto e immediato, potere d’acquisto, accompagnato a nuove dinamiche sociali in cui i tè RTD trovano ampio spazio di mercato, soprattutto nelle abitudini dei millennials.
Si tratta di un mercato in cui sono presenti player importantissimi nel mondo del beverage: nomi come Unilever, Nestlé, PepsiCo e Coca-Cola Company sono in forte concorrenza per incontrare i gusti di questa nuova fetta di consumatori che esprime sempre più curiosità soprattutto sulle opzioni salutari come tè senza zucchero, certificati vegani, senza glutine e biologici. Una lotta tra giganti del settore che alimenta una forte spinta all’innovazione del comparto in cui si sperimenta continuamente a livello di strategie, gusti e packaging.
I mercati principali
Nonostante la vertiginosa crescita degli altri mercati asiatici, il Giappone resta il mercato di riferimento per consumi, seguito da Australia, Cina e India, con queste ultime in ascesa esponenziale nelle previsioni degli anni futuri. Gli ultimi dati forniti dal ministero giapponese degli interni sono del 2021 e attestano a 7000 yen (circa 45 euro) la spesa annuale delle famiglie per tè RTD dimostrandosi una delle bevande più diffuse tra la popolazione, i cui marchi più rappresentativi sono Oi Ocha, base di tè verde, e Ayataka, di proprietà del ramo giapponese di Coca-Cola.