Tranquilli, paladini della sovranità alimentare – non lo farà in Italia, dove d’altro canto la filiera della carne coltivata è stata uccisa quando ancora era nella culla. La prima “macelleria” (termine, ce ne rendiamo contro, ironicamente improprio) dovrebbe aprire in Canada entro i prossimi due anni: si tratterà di un punto vendita specializzato nella vendita esclusiva carne coltivata che aprirà sotto il marchio dell’azienda produttrice The Better Butchers. Stando a quanto lasciato trapelare il negozio dovrebbe aprire in quel di Vancouver, ma a onore del vero è bene notare che si tratta tuttora di un progetto in corso d’opera, vulnerabile a cambiamenti e rivisitazioni.
Una “macelleria” di carne coltivata: un nuovo passo verso il futuro?
Al di là della sopracitata natura embrionale del progetto – è bene notare, ad esempio, che si attendono ancora autorizzazioni da parte del Governo di Ottawa entro i prossimi dodici mesi -, da questa parte dell’Atlantico non possiamo fare a meno che guardare al futuro che si dipana davanti ai nostri occhi con un poco di amarezza.
Come anticipato in apertura di articolo l’Italia ha preferito squalificarsi da sola per la corsa alla carne coltivata: la filiera del Made in Italy – un potenziale e innovativo fiore all’occhiello nella necessaria rivoluzione alimentare per rispondere al cambiamento climatico – è stata sacrificata sull’altare coldirettiano nel nome di una maliziosa (per non definirla subdola) campagna di comunicazione che ha anteposto alla produzione in laboratorio quella “sana e genuina” dell’allevamento intensivo.
Ma torniamo a noi – la prima “macelleria” di carne coltivata al mondo, per l’appunto. Nonostante il progetto sia ancora in cantiere, dall’altra parte dell’Oceano traspira un grande ottimismo; con i ricercatori di The Better Butchers che, in attesa del pollice in su delle autorità governative, si sono già attivati per perfezionare i propri prodotti.
D’altro canto è importante ricordare che, un poco più a sud, negli Stati Uniti, la carne coltivata ha già fatto il suo debutto ufficiale nel ristorante a San Francisco di chef Dominique Crenn. L’intenzione di The Better Butchers, come accennato, è quella di aprire dapprima un negozio fisico per sdoganare ulteriormente il consumo e la commercializzazione di questi particolari prodotti – spingendo i clienti, allo stesso tempo, a valutare un’alternativa più sostenibile ed etica della carne tradizionale -, per poi approdare nei settori della grande distribuzione e della ristorazione.
La corsa per la carne coltivata, come anticipato, è già cominciata: i numeri indicano che il mercato potrebbe superare i 200 milioni di dollari di valore solo entro il 2025, mentre entro il 2031 dovrebbe potere vantare un giro di affari di 600 milioni.