La Polonia si indigna per la vodka venduta in tubetti da succo di frutta per bambini

In Polonia un'azienda che produceva purea di frutta in bustine ha deciso di passare anche al mercato delle bevande alcoliche. Il problema è che l'ha fatto usando le stesse confezioni e in parecchi sembrano non aver gradito.

La Polonia si indigna per la vodka venduta in tubetti da succo di frutta per bambini

Da fonte di fibre per bambini a bevanda non adatta ai minori è un attimo. L’azienda Olv ha immesso sul mercato polacco delle bustine di vodka, aromatizzata e non, che ricordano senza troppi sforzi quelle delle puree di frutta acquistate soprattutto per i più piccoli. Il prodotto incriminato si chiama Voodoo Monkey e ha mandato su tutte le furie i cittadini polacchi.

Dalla purea di frutta alla vodka aromatizzata

Si fa un gran parlare di bag-in-box e altri packaging innovativi per le bevande, ma la vodka venduta nelle bustine da spremere forse ci mancava. La genialata arriva dal marchio Voodoo Monkey che, dopo aver lanciato questo prodotto sul mercato polacco, è stato investito da una tempesta di critiche. L’accusa è che questo formato, dai colori vivaci e dalle forme simpatiche, possa richiamare i tubetti richiudibili tipicamente usati per i prodotti alla frutta per i bambini – un’associazione pericolosa. L’azienda dietro questo lancio, tra l’altro, sarebbe la stessa a cui fa capo anche Owolovo, che vende proprio i famosi “fruttini” (quelli davvero per bambini).

Ora, è chiaro che la minaccia più verosimile non sia che i più piccoli possano erroneamente acquistare e bere una bevanda alcolica (ci immaginiamo che non vadano a fare la spesa da soli), quanto piuttosto che il prodotto attiri la fascia adolescenziale e dei giovanissimi adulti – a cui è velatamente rivolto. Le polemiche si sono scatenate contro il governo polacco, perché l’autorizzazione alla messa in commercio deve essere passata per il ministero della salute. Il prodotto avrebbe in realtà riportato l’etichettatura adeguata secondo i requisiti di legge, per cui non c’erano ragioni legali per impedirne la vendita.

Ma il pubblico non ha comunque gradito la mossa e a farne le spese è stato soprattutto Piotr Jabłoński, capo del Centro nazionale per la prevenzione delle dipendenze del ministero. Il brand, dal canto suo, ha deciso di ascoltare le richieste provenienti dai consumatori preoccupati per la diffusione dell’alcolismo adolescenziale, e ha comunicato che ritirerà il prodotto dagli scaffali. Sul tavolo governativo, intanto, potrebbero arrivare anche strette sulla normativa per la vendita di bevande alcoliche nel Paese sul mar Baltico.