Prima di giustiziarci sulla pubblica piazza, una premessa: non è un’opinione, è statistica. Il consumo in Italia cresce, e a battere tutti è proprio la pizza surgelata. Il corrispettivo del tv dinner americano, il salva cena per milioni di famiglie, l’opzione più facile, veloce e democratica. Difficile dire di no alla combo casa-pizza-film, e francamente chissene frega se la fetta non è gourmet. Spesa minore e tempo zero di preparazione rendono la pizza surgelata la più amata dagli italiani.
Evoluzione sotto zero
Non sarà gourmet dicevamo, ma di sicuro è la fetta trainante del mercato. Quello della pizza surgelata rappresenta l’86% del segmento della Gdo, con un giro di affari da 490 milioni di euro. Al reparto frigo del supermercato è in atto una vera e propria evoluzione: dell’offerta, delle ricette, della frequenza di consumo, della dimensione stessa della pie.
Da qualche anno infatti c’è una silenziosa competizione in corso nelle profondità sotto zero degli scaffali. Pizza tonda vs grandi formati, quelli per capirci in formato super size stile americano. I secondi infatti stanno prendendo terreno, ponendosi sul mercato come l’alternativa da condivisione. Ne prendi una e ne sfami di più, figo no? Ma non c’è solo questo: i grandi formati si distinguono anche per creatività delle ricette, facendo l’occhiolino proprio agli accostamenti ricercati gourmet di cui sopra.
Risultato? Un settore che piace e che cresce. La classica tonda surgelata continua a essere il prodotto di punta con +5% per volume e affari per 182 milioni di euro. La XXL cresce leggermente meno (+3,2%) ma, per differenza di dimensione e prezzi, incassa di più: 204 milioni nel 2024. L’andamento promettente spinge i giganti della pizza in Europa e nel mondo a investire di più. Tra i casi più eclatanti, quello di Italpizza, che proprio lo scorso gennaio ha riaperto lo stabilimento Buitoni/Nestlé chiuso da due anni; e Roncadin che apre il suo primo stabilimento negli Usa.
Un settore in crescita, prezzi compresi
Il trend però non riguarda soltanto il surgelato, ma l’intero settore della pizza. Siamo un popolo di mangiatori seriali, a casa e al ristorante. Crescono infatti il delivery, con ben 5120 tonnellate di pizza consegnate nel 2024, e parliamo solo dei dati raccolti da JustEat. Cresce il numero dei locali dedicati, con 88.793 indirizzi in tutta la penisola. Il dato camerale, raccolto dagli organizzatori del Campionato Mondiale della Pizza, corrisponde al 25% in più rispetto al 2023.
In tutto, un incasso da 15 miliardi di euro per 2.7 miliardi di pizze all’anno. A fare bene le divisioni ci si rende conto che anche un altro fattore, cruciale, si è alzato: il listino prezzi. Secondo Altroconsumo, nel 2024 in pizzeria si paga in media il 4% in più rispetto all’anno precedente. Prezzi in discesa invece sulle pizze del supermercato, diminuiti fino al 2%.
Proprio la maggiore convenienza nel settore retail ha dato una spinta a propulsione al segmento, con ben 570 milioni di euro di vendita. In questo caso la battaglia silenziosa è tra basi a lunga conservazione vs fresche, e anche qui non ce n’è. Le pizze a shelf life prolungata sono più economiche, più grandi e chiaramente durano di più. Nel corso del 2024 sono aumentate del 60% rispetto a volume e valore, con una revenue di 42 milioni di euro contro i 32 delle pizze fresche. Certo, fino a quando le stesse non diventano surgelate. E lì, di nuovo, sappiamo chi è il vero king della pi(a)zza.