La Piadineria è in vendita? L’indiscrezione arriva da Il Sole 24 Ore, che di fatto racconta di come la catena di locali, che a oggi vanta un patrimonio di 360 ristoranti distribuiti un po’ lungo tutto lo Stivale, potrebbe essere ceduta da Permira, società di private equity globale nonché azionista del gruppo dal 2018, che avrebbe affidato un mandato esplorativo alle banche d’affari Mediobanca e Rothschild.
Certamente non vi sarà sfuggito il nostro abbondante uso del condizionale: è infatti bene notare che, stando a quanto lasciato trapelare, il processo di cessione de La Piadineria si trova tuttora nelle fasi iniziali, con le settimane a venire che vedranno verosimilmente l’invio del dossier contenente le attuali informazioni economico-finanziarie sull’azienda. Solo a quel punto le trattative potrebbero effettivamente prendere il semaforo verde, occupando con ogni probabilità i prossimi mesi.
La Piadineria in vendita: tutti i dettagli del caso
Se come appena accennato è pur vero che il processo di vendita de La Piadineria si trova ancora agli albori, pare che il dossier sopracitato abbia di fatto già attirato l’attenzione di alcuni fondi di private equity potenzialmente interessati all’acquisto dell’azienda.
Ma prendiamoci un attimo per conoscere meglio i protagonisti della vicenda: La Piadineria è un gruppo fondato nell’ormai lontano 1994 che, a oggi, si definisce “la più grande catena di fast casual food in Italia”. Come già anticipato in apertura di articolo l’azienda vanta un totale complessivo di 360 punti vendita distribuiti in 65 città, che declinano la propria offerta in trenta tipologie di piadina preparate con un impasto fresco, interamente prodotto nello stabilimento di Montirone (in provincia di Brescia).
Il gruppo finanziario Permira ha invece fatto il suo ingresso nell’universo de La Piadineria cinque anni fa, nel 2018, aggiudicandosene il controllo per una cifra – secondo le ricostruzioni dell’epoca – pari a 250 milioni di euro e vincendo così la concorrenza di altri private equity, come ad esempio Bain Capital, Clessidra Sgr, L Catterton, ma anche Carlyle, Lion Capital, Bc Partners e TA Associates.
Un ingresso che, numeri alla mano, ha fortemente contribuito alla crescita del gruppo: il giro di affari, secondo le stime più recenti, dovrebbe portare a un fatturato di 200 milioni di euro per l’anno in corso, pressoché triplicando le cifre del 2015 (70 milioni di euro, per i più curiosi). Si segnala, per di più, che proprio sotto la guida di Permira è stato lanciato lo spin off Tasty & Free, dedicato ai consumatori che seguono una dieta priva di glutine e lattosio.