A circa un paio di mesi dal primo spavento è capitato il pasticcio – la peste suina africana è infine penetrata all’interno di un allevamento in Lombardia. Si tratta, dati e numeri alla mano, di una segnalazione dal peso specifico non indifferente: se è infatti pur vero che, come abbiamo accennato in apertura di articolo, il virus in questione è di fatto presente sul territorio regionale lombardo da almeno un paio di mesi a questa parte, è bene notare che fino a una manciata di ore fa gli unici casi di infezione erano rimasti circoscritti nella fauna selvatica, risparmiando di fatto i capi all’interno degli allevamenti.
Lombardia e peste suina africana: il primo caso in un allevamento fa preoccupare la Regione
Abbiamo parlato di dati e numeri, e diamoci dunque un’occhiata: la Lombardia vanta di fatto il 90% degli allevamenti suinicoli nazionali, arrivando addirittura al 50% del totale dei capi presenti sul territorio del nostro caro e vecchio Stivale (un primato che, a onore del vero, dovrebbe innescare una attenta serie di dubbi circa le condizioni di vita degli animali tenuti all’interno degli allevamenti in questione). Vien da sè che la peste suina africana, entrando in un circuito del genere, potrebbe causare danni economici estremamente deleteri al settore.
È bene ricordare, in modo da evitare fastidiosi e inutili allarmismi, che la peste suina africana non è affatto pericolosa per l’uomo: si tratta di un virus “palato fino” che, come suggerisce il suo nome, attacca solo ed esclusivamente i suini. Un eventuale stop alle esportazioni di carne suina, una misura di embargo già vista in Sardegna non troppo tempo fa, sarebbe in questo senso una restrizione profilattica atta a tutelare in primis gli animali stessi piuttosto che l’uomo.
Ma torniamo a noi: il primo caso di peste suina africana in un allevamento in Lombardia è stato individuato in un piccolo stabilimento in quel di Montebello della Battaglia, vicino a Voghera. Stando a quanto lasciato trapelare le autorità sanitarie locali, una volta correttamente identificato il virus e ufficializzato la sua presenza, hanno già proceduto con l’abbattimento di tutti i capi lì presenti – 160 maiali in tutto, a essere precisi.
“Li ho fatti uscire dalla stalla come sempre” ha raccontato a tal proposito Maurizio Allegrini, proprietario dell’allevamento in questione “ma tanti sono rimasti dentro e ho capito che qualcosa non andava”. La Lombardia, nel frattempo, si è già attivata per innalzare le misure di sicurezza nell’area interessata e nelle zone limitrofe: nell’oltrepò 21 comuni sono già da settimane in zona rossa, e altri 10 – tra cui lo stesso Montebello – in zona gialla