La peste suina africana è arrivata in Lombardia: trovato il primo caso a Pavia

È stato infine trovato il primo caso di peste suina africana in Lombardia: nella regione è panico per gli allevamenti.

La peste suina africana è arrivata in Lombardia: trovato il primo caso a Pavia

C’è chi direbbe che, quando si ha troppa paura di un’evenienza, questa finisca inevitabilmente per manifestarsi nella realtà; quasi seguisse il puzzo del terrore fino a giungere nel mondo reale. In questo caso, tuttavia, parlare di credenze popolari e miti significherebbe ignorare i numerosi e rumorosi campanelli di allarme che nell’ultimo anno e mezzo hanno suonato a più non posso: il primo caso di peste suina africana in Lombardia è infine stato accertato dalle autorità locali. Si tratta, stando a quanto lasciato trapelare, di una carcassa di cinghiale ritrovata  in quel di Bagnaria, piccolo comune incastonato nel territorio della provincia di Pavia, a una manciata di chilometri dal confine con il vicino Piemonte.

Peste suina africana in Lombardia: la paura negli allevamenti

cinghiale

Non è certo un caso che citiamo il Piemonte, teatro (insieme alla Liguria) del più grande focolaio sul territorio nazionale, individuato a dicembre 2021 nei territori sud orientali della Regione sabauda e nell’entroterra delle province di Genova e Savona: la Lombardia, nel tentativo di tutelare il suo ricco patrimonio di allevamenti suini, ha tentato di innalzare recinzioni sul confine per impedire ai cinghiali selvatici – principale vettore di diffusione della peste suina africana – di “invadere” il proprio territorio.

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La peste suina africana, lo ricordiamo per chi ancora non lo sapesse, non è affatto pericoloso per l’uomo: è un virus dal “palato fino” che attacca solo ed esclusivamente i suini. La Lombardia, come abbiamo avuto modo di anticipare nelle righe precedenti, è comprensibilmente terrorizzata dall’idea che il morbo possa diffondersi nel suo territorio: la regione vanta di fatto il 90% degli allevamenti suinicoli nazionali, con il 50% del totale dei capi.

Ci sarebbe da chiedersi, a questo punto, in quali condizioni di grossolano sovraffollamento si trovino a vivere i suini in questione; e se una eventuale penetrazione della peste suina africana negli allevamenti provocherà una strage paragonabile a quella (debitamente passata in sordina) provocata dall’alluvione del mese scorso in Emilia Romagna.

Ma torniamo a noi: le autorità della Lombardia hanno deciso, stando a quanto lasciato trapelare, di mobilitare l‘esercito in modo da pattugliare il territorio alla ricerca di altre carcasse di cinghiali; e annunciato che nelle attività di monitoraggio dei movimenti della fauna selvatica verranno impiegati anche i droni.

“Oggi è fondamentale procedere con l’individuazione delle carcasse di cinghiale e parallelamente proseguire con abbattimenti controllati” ha commentato a tal proposito l’assessore regionale all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Alessandro Beduschi ” che stanno avvenendo in collaborazione con gli ambiti territoriali di caccia e aziende specializzate”.