Il food è più digitale: la pandemia ha accelerato il processo già in atto di conversione alle nuove tecnologie per tutti gli operatori del settore alimentare, dai produttori ai clienti passando per i venditori. Sono i risultati di uno studio condotto da Reply tramite la piattaforma di monitoraggio delle tendenze Trend Sonar, sull’impatto del Coronavirus sul settore, parte di un più ampio progetto di report su come la Covid-19 influenza vari aspetti della vita e dell’economia.
Nel 2020 l’interesse per i servizi di vendita online è cresciuto del 140% in Europa, addirittura del 180% in Italia. Nel momento di picco la crescita è stata del 1312% (in Germania +68%, in Francia +113%, in UK +198%). Il contraltare chiaramente è il calo dei consumi nei negozi fisici, attestato al 12%. Nel terzo trimestre del 2020 la media europea di ordinazioni di cibo da asporto è stata del 34%, una persona su tre lo ha fatto, e l’Italia è in linea con il 35%.
Un altro effetto di accelerazione del processo di digitalizzazione ha riguardato i metodi di pagamento: il numero delle persone che in Europa hanno intenzione di ricorrere meno ai contanti e più a carte di credito e bancomat in futuro è aumentato dell’87%. In salita anche l’uso del QR code: l’Italia segna un +34%, meno della Germania (+57%), e molto meno di Francia (+105%) e Uk (+131%).
“Grazie all’impiego di soluzioni digitali, le aziende hanno un maggiore controllo sulle esperienze dei consumatori e possono offrire soluzioni iper-personalizzate sulla base delle preferenze del singolo consumatore. Ne derivano non solo flussi di cassa aggiuntivi, ma anche una maggiore fedeltà del cliente. Comprendere la domanda in tutte le sue sfaccettature e le preferenze di ciascun consumatore consentono di avere una prospettiva lungimirante su come i brand cresceranno in futuro”, ha commentato Filippo Rizzante, CTO Reply.
[Fonte: Food Affairs]