La leggendaria pancia da birra? Tutta salute – almeno “all’interno”, ecco. E sia ben chiaro, a dirlo non siamo certo noi atleti da divano e sollevatori olimpionici di polemiche: si tratta, per intenderci, del verdetto di un interessante studio pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers in Nutrition, che ha sottolineato come il consumo moderato – la parola d’ordine, beninteso, è moderato: scherzi a parte, è bene ricordare che una sostanza alcolica non può che essere, almeno in minima parte, nociva per la salute – di birra possa fare bene all‘intestino e più in generale al sistema immunitario, stimolando la diversità del microbiota.
Birra e intestino: tutti i dettagli dello studio
Cercheremo di farvela semplice – in poche parole gli scienziati del Dipartimento di Microecologia dell’Università Medica di Dalian in Cina sono arrivati alla conclusione che “a causa della conversione dei substrati della birra, la formazione di prodotti finali bioattivi, e la presenza di microrganismi, alcuni dei suoi componenti esercitano effetti ‘simili’ o addirittura maggiori rispetto ai probiotici”. Elementi, questi ultimi, che potrebbero essere definite come “sostanze secrete da un organismo in grado di stimolare la crescita di un altro”, secondo la definizione redatta nel 1965 da Lilly e Stillwell.
“La birra è ricca di molti aminoacidi essenziali, vitamine, oligoelementi e sostanze bioattive coinvolte nella regolazione di molte funzioni fisiologiche umane” si legge nello studio in questione. “Anche i polifenoli presenti nel malto e nel luppolo della birra sono importanti composti attivi che interagiscono in entrambe le direzioni con il microbioma intestinale”.
Non dimentichiamo, tuttavia, la parola chiave che regge l’intera lettura scientifica – un consumo attento e moderato. “Quando la birra viene consumata con moderazione” si legge a tal proposito “i fenoli e altri nutrienti in esso contenuti vengono fermentati e scomposti dalla comunità microbica che risiede nello strato esterno della mucosa dell’intestino. Questo miracoloso processo digestivo produce un gran numero di metaboliti che, attraverso l’interazione di molteplici microrganismi nella mucosa interna, a loro volta promuovono cambiamenti nell’abbondanza della flora benefica, esercitando una serie di effetti antinfiammatori, antiossidanti e immunomodulatori”.
I risultati dello studio potrebbero rappresentare, in futuro, un valido argomento per legittimare la posizione di birre a basso contenuto di alcol o del tutto analcoliche come “buone candidate come alimenti funzionali”, e hanno lasciato intendere che, in futuro, varianti di prodotto come “birre salutari” che potrebbero essere “prodotti fortificandoli con sostanze bioattive come fibre, antiossidanti e probiotici” potrebbero essere immessi sul mercato in quanto “fornirebbero benefici per la salute dei consumatori”.