Ferrero e Rigoni di Asiago si fanno la guerra dall’altra parte delle Alpi, e il colosso albese si trova a chinare il capo dinanzi alla sentenza. L’oggetto del contenzioso è, curiosamente, una particolare frase contenuta in uno spot pubblicitario dell’azienda dolciaria di Asiago – “La nostra crema nocciolata è senza olio di palma”, a essere precisi – che la Ferrero avrebbe interpretato come maliziosa frecciatina alla sua crema spalmabile – la Nutella, naturalmente.
Lo spot in questione sarebbe andato in onda, stando a quanto lasciato trapelare, nel periodo compreso tra il 2019 e il 2020 sui canali televisivi transalpini: la lettura proposta da Ferrero, per farvela semplice, era che la Rigoni di Asiago, promuovendo la propria Nocciolata come prodotto privo di olio di palma, stesse al contempo denigrando la Nutella e sfruttando la sua immagine come veicolo promozionale.
Olio di palma, tra sostenibilità e zone d’ombra
È per di più bene notare che, oltre alla sopracitata frase “incriminata”, lo spot in questione mostrava un orango rilassarsi in giardino – un’immagine che poteva essere interpretata come una diretta stoccata alla deforestazione notoriamente causata dalle piantagioni di palme da olio. Il messaggio, per quanto implicito, ci pare chiaro: la crema spalmabile di Rigoni di Asiago non contribuisce alla deforestazione, e così l’orango può rilassarsi in tutta tranquillità.
A onore del vero è giusto sottolineare come di fatto né Ferrero né tantomeno la Nutella venissero citate nel contesto dello spot, nemmeno indirettamente; ma che il colosso albese ha comunque ritenuto opportuno citare in giudizio la concorrente parlando di “denigrazione e parassitismo”. Scelta che, come anticipato in apertura di articolo, non ha evidentemente portato ai frutti sperati: il duello in tribunale ha infatti dato ragione a Rigoni condannando la filiale locale della Ferrero a pagare diecimila euro di compensazione ai concorrenti.
Al di là della perdita economica, il contenzioso potrebbe per di più innescare un certo danno reputazionale, almeno nel contesto locale, per quanto concerne Ferrero. Scrive a tal proposito la testata francese di difesa dei consumatori Que Choisir, che ha anche riportato la notizia: “Il colosso della crema spalmabile non solo ha perso appeal, ma ha così portato alla ribalta la sua controversa scelta di mantenere l’olio di palma nella sua ricetta”.
D’altro canto Ferrero ha a più riprese sostenuto che sarebbe proprio l’olio di palma a garantire la particolare consistenza della Nutella, sottolineando di impiegare solamente olio tracciabile e sostenibile; ma è altrettanto bene notare che alcune associazioni – come Canopée Forêts vivants, filiale degli Amici della Terra specializzata nella difesa delle foreste – hanno sollevato dubbi anche sull’effettiva virtù del marchio RSPO (Roundtable on Sustainable Palm Oil), a cui l’azienda albese si affida. “Protegge certamente delle foreste primarie molto belle” ha spiegato a tal proposito Sylvain Angerand, coordinatore della campagna Canopée “ma d’altro canto permette la deforestazione delle foreste secondarie”.