Sarà che ormai l’abito sfacciatamente dorato ci ricorda un po’ il marchio di fabbrica del caro Salt Bae; sarà che comunicare il prestigio del brand è sì legittimo e doveroso, ma a esagerare si rischia di sfociare nel pacchiano; sarà che l’aria solenne da mestizia liturgica, prepotentemente autocelebrativa, ha un po’ stancato. Moët & Chandon ha presentato una limited edition da collezione: una Jeroboam completamente dorata.
E badate bene – con “completamente” intendiamo davvero “completamente”. Dorata è la bottiglia, naturalmente; dorate sono l’etichetta e la capsula; dorata è persino la corona d’alloro creata – e qui citiamo direttamente il comunicato stampa – “per celebrare l’artigianalità, l’eredità e i trionfi”.
Una Jeroboam tutta d’oro: il prezzo e gli altri dettagli
Non fraintendeteci – Moët & Chandon ha tutto il diritto e le ragioni di comunicarsi con un certo tono, che d’altro canto se la Rolex adottasse lo stesso registro comunicativo de Il Mulino Bianco allora smetterebbe di essere la Rolex. Spesso il termine “storia” o “storica” è aggiunto un po’ come tappabuchi con pretesa di solennità, ma in questo caso chiaramente calza come un guanto: quasi tre secoli di storia e un nome che tutt’oggi echeggia di leggenda – altro termine un po’ abusato, ma stavolta azzeccato – tra le dorsali dello Champagne.
Torniamo dunque alla nostra Jeroboam dorata: passi l’esclusività – ne esistono appena otto esemplari -, passi il registro – “questa edizione speciale si presenta come un trofeo moderno, in onore dei trionfi storici” si legge ancora nel CS -, passi persino il prezzo – venticinquemila euro; ma permetteteci di dire che l’abito in full gold è un po’ too much.
Poi per carità, i dettagli sono effettivamente degni di nota: la corona di alloro che abbiamo citato in apertura di articolo, ad esempio, è una delicata scultura forgiata in bronzo dalle mani dell’artigiana e artista francese Anouchka Potdevin nel suo studio in Bretagna; mentre l’intero corpo della bottiglia è di fatto rivestito in ottone, con tanto di piedistallo incorporato, poi a sua volta rifinito in foglia d’oro.