La nuova inchiesta choc sugli allevamenti di maiali in Germania: siamo certi che non ci riguardi?

120 giorni sotto copertura in un allevamento intensivo in Germania hanno portato alla luce pratiche brutali sugli animali: la denuncia di Animal Equality

La nuova inchiesta choc sugli allevamenti di maiali in Germania: siamo certi che non ci riguardi?

Sono stati svelati in questi i giorni i risultati della più lunga e approfondita indagine sotto copertura svolta dall’organizzazione Animal Equality all’interno di uno dei più grandi allevamenti di suini della Germania. Un loro investigatore ha lavorato all’interno della struttura, che ospita all’incirca venticinque mila capi, per quattro mesi, raccogliendo materiale per denunciare le terribili condizioni in cui versano gli animali, il tutto raccolto in un video trasmesso in diretta sulla più importante rete televisiva tedesca -Da Erste- e ora visionabile su YouTube.

Immagini shock

Le immagini sono molto crude e certo non adatte a un pubblico sensibile, mettendo in evidenza non solo le molte infrazioni ai regolamenti, ma anche un’apparente accanimento nei confronti dei suini. Si vedono maialini uccisi torcendogli il collo a mani nude, pratica vietata per legge in Germania, e sbattuti violentemente a terra; si vede un operatore bloccare un maialino sedendoglisi sopra e prenderlo a pugni sul muso, e sembra molto diffusa la pratica dello sgozzamento con il coltello, come testimoniano i numerosi cadaveri oltre che la ripresa dal vivo, ed è evidente la mancanza di corrette pratiche veterinarie con animali castrati e mutilati senza disinfezione né sutura, causandone spesso la morte: procedure che mettono in discussione anche la professionalità e la competenza del personale impiegato.

Non procederemo oltre con le descrizioni di questi atti, così commentati da due esperti indipendenti di benessere animale, Claudia Preu-Ueberschaer e il dottor Jochen Weins: “Si tratta chiaramente di brutali abusi sugli animali. Questo comportamento non può in alcun modo essere spiegato con una cattiva condotta dovuta a ignoranza o a richieste eccessive nei confronti degli operatori, ma corrisponde a una deliberata, ripetuta e brutale crudeltà nei confronti degli animali“.

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Non solo in Germania

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Animal Equality tiene a sottolineare come questo caso tedesco non sia un caso estremo né isolato, con precedenti già evidenziati nel Regno Unito, Spagna, Messico e anche Italia, come ben narrato nel docufilm “Food for Profit”, e non è l’unica ragione per cui questa indagine ci riguarda molto più di quanto pensassimo. Ai dati del 2021, la Germania è il secondo esportatore di carni suine dell’Unione Europea (storicamente il primo, superato in quel periodo dalla Spagna a causa della peste suina) con più di un milione di tonnellate, di cui l’Italia è il primo acquirente con 333.000 tonnellate importate.