La norma che salva i pulcini dalla morte è a rischio: l’appello di Lorenzo Biagiarelli

Lorenzo Biagiarelli si unisce all'appello di Essere Animali e altre organizzazioni sulla legge che potrebbe salvare migliaia di pulcini.

La norma che salva i pulcini dalla morte è a rischio: l’appello di Lorenzo Biagiarelli

Gli allevamenti intensivi? Un esperimento collettivo per scoprire fino a che punto siamo disposti a tenere la testa ben nascosta sotto terra. Che d’altronde, a oggi ignorare le evidentissime e documentatissime macchie etiche, morali e ambientali di queste fabbriche (“fabbriche”, sì: e non ce ne vogliano Coldiretti, Assocarni e altre associazioni di settore) di morte significa, nel migliore dei casi, essere pericolosamente ingenui, e nel peggiore in evidente e complice malafede.

Le denunce si sommano e si moltiplicano: dopo il più recente j’accuse di Legambiente, che ha puntato il dito primariamente contro la Lombardia; a portare all’attenzione mediatica un altro (l’ennesimo, di fatto) capitolo dolente è Lorenzo Biagiarelli, che si unisce all’appello di Essere Animali e altre organizzazioni per promuovere la legge che potrebbe salvare migliaia di pulcini da una morte cruenta.

Pulcini frullati e altre amenità degli allevamenti intensivi: l’appello di Lorenzo Biagiarelli

allevamenti intensivi

Ok, è bene mettere qualche puntino sulle i. Allevamenti intensivi come fabbriche di morte, dicevamo: vien da sé che, in un ambiente spietatamente efficiente come quello di una linea di produzione di massa, ogni pelo sull’uovo deve essere accuratamente rasato, eliminato, estirpato – si tratta di pericolosi dossi, di sbandamenti che rischiano di fare perdere bussola e profitto. I polli, noi, li vogliamo grassi e deformi: se i pulcini non sono in grado di soddisfare tali richieste, allora sono da buttare.

Il Governo ha deciso che possiamo continuare a mangiare polli deformi Il Governo ha deciso che possiamo continuare a mangiare polli deformi

“In Italia ogni anno più o meno trenta milioni di pulcini vengono frullati vivi, o soffocati, dopo circa 24 ore dalla schiusa dell’uovo” si legge nel post pubblicato da Lorenzo Biagiarelli. “Non è un segreto né tantomeno è illegale, è come funziona l’allevamento intensivo delle galline ovaiole (che producono il 99% delle uova vendute nel paese): alcune uova vengono fecondate per creare la nuova generazione di galline, ma come potete immaginare il 50% dei nascituri sono maschi”.

Ecco, qui il primo dosso: i maschi non fanno altre uova e soprattutto non portano con sé il pregiatissimo e nostranissimo (che ricordiamocelo: noi siamo per la Sovranità Alimentare) bagaglio genetico broiler, accuratamente selezionato negli anni per portare gli animali a svilupparsi in fretta (“due chili e mezzo dopo più o meno 40 giorni di vita”, scrive Biagiarelli) e avere più petto e cosce. Imperdonabile, nell’ambiente della fabbrica: che fare, dunque, con questi pulcini nati sbagliati?

https://www.instagram.com/p/Cw4ofcmo9Nd/?hl=it

“Si frullano vivi”, risponde Lorenzo Biagiarelli. Barbarie? Vero, ma sempre meglio della carne coltivata, non è forse così? “Una legge approvata dalle camere nel 2022 renderà illegale questa pratica, gradualmente, a partire dal 2026” continua Biagiarelli. “La tecnologia oggi permette di conoscere il sesso dell’uovo fecondato prima della schiusa, e di mandare al macero quelle maschili senza infliggere disumane sofferenze a dei pulcini“.

C’è un “ma”, naturalmente. “A questa legge però manca il decreto attuativo, che va emanato entro il 10 settembre di quest’anno. Senza, la norma rischia di rimanere su carta. In questo momento i membri del governo, e in particolare il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Lollobrigida (‘da noi il benessere animale è al centro’ ha dichiarato a giugno [ha anche dichiarato molto altro, caro Lorenzo, ma preferiamo sorvolare, ndr]), hanno nelle mani il destino di una pratica barbara ed economica a cui la tecnologia, e un loro decreto, può porre fine in un attimo”.

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Biagiarelli, come anticipato in apertura di articolo, usa dunque la sua personale vetrina sui social per unirsi all’appello di Essere animali “e tutte le altre organizzazioni che hanno collaborato, negli anni, perché questa legge diventasse realtà e vi chiedo, se la questione vi sembra di qualche importanza, di fare altrettanto”. Scomodare etiche e morali, ci auguriamo, sarebbe superfluo: a volte si tratterebbe solamente di fare la cosa giusta.