Dall’altra parte dell’Oceano Atlantico si va matti per la mortadella. Affettato umile dalla storia travagliata, anche e soprattutto nella patria degli amici a stelle e strisce: i nostri lettori più attenti ricorderanno, tanto per fare un esempio, che la mortadella fu uno di quei cibi finiti sotto la lente scrupolosa della Food & Drug Administration, che di fatto decise di vietarne l’importazione negli Stati Uniti tra il lungo periodo compreso tra il 1967 e il 2000 a causa dell’imperversare della febbre suina. Oggi – o, a essere più precisi, negli ultimi anni – la rivincita, che trova piena risonanza nei numeri e in un lungo articolo bollato dai colleghi del New York Times.
Le ragioni dietro i numeri: il caso della mortadella
Dalla lista nera all’alloro della notizia, in altre parole – il viaggio della mortadella alla conquista degli Stati Uniti (e non solo, naturalmente) è senza ombra di dubbio degno di nota: numeri alla mano, la passione degli americani per la specialità bolognese si traduce in un aumento dell’esperto superiore al 50% nel periodo compreso tra il 2019 e il 2022, equivalente a una mole di milleduecento tonnellate dal valore complessivo di oltre sette milioni di euro.
Curiosamente, però, il nome “Bologna” fatica a farsi strada verso le tavole degli americani – e questo nonostante il sopracitato articolo del Times abbia dedicato qualche paragrafo al capoluogo emiliano, dove di fatto “sembra non si produca altro”. La motivazione è una beffarda malizia del destino: “Lì esportiamo solo 250 kg della nostra Mortadella Bologna Igp” spiega il Consorzio, riferendosi per l’appunto al mercato statunitense. “Questo perché in America il nome è associato a quello di “Baloney”, un prodotto di bassa qualità. Non ha niente a fare con la nostra Bologna ma l’assonanza linguistica ci danneggia”.
Insomma, immaginatevi un pochino la sempreverde stampella dell’italian sounding utilizzata al contrario. Come accennato nelle righe precedenti è per di più bene notare che il successo della mortadella non è circoscritto al contesto americano: spostando lo sguardo verso il nostro Stivale, ad esempio, scopriamo che le vendite a fine giugno sono cresciute del 5,2% a volume e del +15,6% a valore su base annua.
“Crescita ben superiore del totale mercato salumi che registra nello stesso periodo un +1,4% a volume e un +8,8% a valore”, commentano dal Consorzio. Un’ascesa che naturalmente vanta radici ben ancorate nel particolare contesto socioeconomico che stiamo attraversando: il prezzo tendenzialmente più basso, ad esempio, rende la mortadella un importante alleato nella lotta all’inflazione; e allo stesso modo siamo certi che gli affascinanti richiami degli chef – “Ricordo di un panino con la Mortadella”, di un certo Massimo Bottura – abbiano giocato un ruolo non indifferente.