Non ci voleva certo la conferma dell’indagine annuale di Foodinsider per scoprire che circa un terzo dei bambini che usufruiscono del servizio delle mense scolastiche si rifiuta di mangiare a prescindere ciò che gli viene proposto nel piatto a mensa. Anzi, sarebbe strano il contrario.
Ad un terzo dei bambini non piace il cibo della mensa
Chi l’avrebbe mai detto che ad un terzo dei bambini non piace il cibo della mensa. Tragici ricordi dei bei tempi scolastici e degli improbabili “mappazzoni” travestiti da riso rigurgitante sugo in enormi scodelle (o anche delle fantastiche intossicazioni alimentari causate dalle uova che decimarono la mia scuola elementare, tanto che il giorno dopo a scuola ci presentammo solo in due, fra tutte le classi: G. V., che per motivi di allergia andava a casa a pranzo e io che per principio avevo fatto voto di mangiare il minimo indispensabile a mensa), non ci fanno sorprendere del fatto che il 35% dei bambini a mensa si rifiuta per principio di mangiare.
Tuttavia l’8/o Rating dei menu scolastici, a fronte di questo dato non molto incoraggiante, sostiene che un menu su tre sia migliorato (anche se forse i bambini avrebbero qualcosa da ridire a tal proposito). Solo che il cibo processato è aumentato del 6%.
Fra le città migliori dal punto di vista delle mense scolastiche rimangono in testa Fano, Cremona e Parma. Ma anche Jesi, Sesto Fiorentino, Rimini, Ancona, Perugia, Bergamo e Mantova hanno degli ottimi menu. Dati meno entusiasmanti arrivano dal Sud: qui troviamo buoni menu solo in Puglia, con Lecce, Brindisi e Bari (quest’ultima valorizzata per i suoi menu biologici).
Per quanto riguarda i controlli, ecco che l’indagine ha sottolineato come, a seguito delle ispezioni dei Nas, nel 2016 il 25% delle mense non erano conformi, dato che nel 2018 era salito al 36% e che nel 2023 era sceso di nuovo al 31%. La tendenza, dunque, è di un miglioramento dopo la fine della pandemia.
Ma nonostante questo, il 35% dei bambini rifiutano di mangiare il cibo della mensa, con il 31% che dichiara di aver paura di assaggiare piatti nuovi e solamente il 14% ammette di mangiare con gusto (che dipenda anche da come sono abituati a mangiare a casa? Perché magari un bambino che a casa è abituato a mangiare solo cibi surgelati e pronti potrebbe accettare più facilmente di provare il cibo della mensa. Viceversa un bambino abituato a mangiare pasta fresca o il sugo della nonna, magari potrebbe storcere un po’ di più il naso di fronte a quanto proposto a mensa).
Claudia Paltrinieri, presidente di Foodinsider, ha poi spiegato che uno dei focus di quest’anno del reperto è stato anche il legame con il territorio. Lo scopo era quello di dimostrare che le mense scolastiche sono indice dello sviluppo del territorio visto che da esso si riforniscono. In quest’ottica, il 29% delle mense prese in esame ha stretti rapporti col territorio, da cui acquista più di dieci prodotti locali a settimana, mentre un 13% ne acquista almeno cinque.
La butto lì: e se magari ogni tanto ci si fermasse un attimo e si provasse a chiedere ai bambini cosa esattamente non gli piace del cibo della mensa? Le risposte magari potrebbero essere d’aiuto. Perché ok creare un menu sano, bilanciato etc etc, ma se poi i bambini non lo mangiano per principio, qualche domandina bisognerebbe pur farsela.