No, questa volta niente trattori che bloccano le città o che procedono a passo d’uomo (o di trattore, per l’appunto) in autostrada: gli agricoltori svizzeri, per far arrivare il messaggio alle autorità locali, hanno optato per una soluzione un poco più teatrale ma comunque ben eloquente – scaricare le carcasse di alcune delle pecore uccise dalle incursioni dei lupi di fronte a un edificio governativo.
Il messaggio, dicevamo, è chiaro: gli agricoltori pretendono azioni più severe nei confronti dei lupi. “Queste pecore sono state uccise la notte scorsa” ha spiegato Eric Herb, membro di un’associazione svizzera che chiede la regolamentazione dei grandi predatori, nel corso di una breve dichiarazione a un’agenzia stampa. Complessivamente sono state scaricate dodici carcasse. “È davvero il momento di agire” ha continuato Herb. “Finora gli allevatori si sono comportati bene, ma questa volta è stato troppo”.
Agricoltori svizzeri e lupi: le richieste e la protesta
L’obiettivo della macabra protesta degli agricoltori è quello di aumentare la pressione su di Vassilis Venizelos, ministro dell’ambiente del governo vodese appartenente al partito dei Verdi. È bene notare che, stando a quanto lasciato trapelare, gli agricoltori si erano assicurati di ottenere il via libera dalla polizia regionale prima di dare il via alla protesta, e che hanno adagiato le carcasse di cui sopra davanti a un telone così da minimizzare eventuali macchie di sangue.
A sostenere il fronte degli agricoltori e le loro rivendicazioni c’è soprattutto la sezione regionale del Partito popolare svizzero, partito di destra populista che vanta, nel contesto nazionale, il primato per dimensioni. Numeri alla mano, si stima che la popolazione svizzera di lupi sia intorno ai 300 esemplari organizzati in 32 branchi.
Lo scorso anno le autorità svizzere ritennero opportuno allentare le norme sulla caccia delle specie protette, offrendo il semaforo verde a massicci abbattimenti di ordine preventivo nei cantoni più colpiti. Nel mese di dicembre, tuttavia, i tribunali hanno deciso di sospendere l’abbattimento dei lupi.
Questo “ripensamento”, se così vogliamo definirlo, non è stato accolto bene dagli agricoltori. La lettura da loro proposta è che l’abbattimento sia una pratica dall’importanza vitale per proteggere il bestiame e il futuro delle comunità alpine: “Siamo stufi di tutto questo. Vogliamo che i lupi vengano uccisi” ha spiegato Patrick Perroud, agricoltore e macellaio del comune di Oulens, tra i presenti alla “protesta delle carcasse”. Secondo Perroud “la convivenza” con i lupi “non è possibile”, in quanto il territorio in questione “è troppo piccolo”.