La Lombardia è la prima regione a sperimentare in campo il riso editato geneticamente

La Lombardia è la prima regione a sperimentare in campo le cosiddette Tecniche d Evoluzione Assistita: i primi test riguarderanno delle piante di riso.

La Lombardia è la prima regione a sperimentare in campo il riso editato geneticamente

Gli ingranaggi della genetica agraria hanno ripreso a muoversi, e ora marciano decisi in direzione “ricerca in campo aperto”. Determinante, a scrollare un paio di decenni di offuscante immobilità, uno spiraglio legislativo apertosi appena una manciata di mesi fa: come vi raccontammo a tempo debito, infatti, era dall’inizio del nuovo millennio che le sperimentazioni in campo aperto di piante geneticamente modificate o editate giacevano formalmente bloccate a causa di una interpretazione particolarmente rigida delle normative europee.

L’apertura di un regime di autorizzazione temporanea fino al 2024, però, ha innescato una distensione sufficiente a spronare l’inizio di un nuovo capitolo per la ricerca italiana. Proprio qui, in questo spazio di manovra che farà da ponte fino a quando non sarà effettivamente ultimata la revisione del quadro comunitario sulle piante geneticamente modificato, un team dell’Università di Milano di Vittoria Brambilla potrà sperimentare per la prima volta in campo le cosiddette Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA). L’obiettivo, per farvela semplice, è quello di lavorare su piante di riso dovutamente modificate affinché abbiano sviluppato una resistenza al fungo responsabile del “brosone”.

Riso editato geneticamente, TEA, sperimentazione all’aperto: un po’ di ordine

agricoltura

Ci pare doveroso mettere un po’ di puntini sulle i, così da facilitare il più possibile la comprensione di quanto sta accadendo. Partiamo proprio dalle TEA (nome, a dire il vero, sconosciuto alla letteratura scientifica e utilizzato solo nel nostro caro e vecchio Stivale), protagoniste della sperimentazione di cui sopra: si tratta, fondamentalmente, di tecniche che permettono di modificare il DNA delle piante (del riso, in questo caso) editando il loro genoma e senza inserire altri elementi genetici esterni (differenziandole dagli OGM).

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Il risultato? Piante resistenti a particolari parassiti o malattie, agli effetti dei cambiamenti climatici (siccità, per fare un esempio ben recente), o addirittura ridurre il contenuto di sostanze nocive all’organismo. L’esperimento lombardo, dicevamo, riguarderà la sperimentazione in campo aperto di piante di riso editate geneticamente per essere resistenti a un particolare fungo (e alla malattia collegata).

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Il semaforo verde definitivo è al momento “bloccato” dietro l’attesa di uno specifico decreto del Mase, che consentirà alla Regione Lombardia di organizzare l’attività assieme ai partner agricoli e scientifici individuati. “Partiremo dal riso nella provincia di Pavia” ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessandro Beduschi “con l’obiettivo di fornire risposte all’agricoltura del futuro e poter presto estendere i test anche alle uve”.