La Liguria ha portato un enorme mortaio gonfiabile sul Tamigi, e non mancano le polemiche

Sulle acque del Tamigi sta sfilando un enorme mortaio gonfiabile, con tanto di pesto: l'iniziativa, però, non ha convinto tutti.

La Liguria ha portato un enorme mortaio gonfiabile sul Tamigi, e non mancano le polemiche

Un mortaio di quelli per fare il pesto, beninteso, che con i tempi che corrono è meglio assicurarsi di mettere tutti i puntini sulle i. Anche con questa dovuta precisazione, tuttavia, ci rendiamo conto che l’intera faccenda continua a rasentare il surreale – un enorme mortaio gigante, con tanto di pesto traboccante dai suoi bordi, che sfila sulle acque del Tamigi? E il tutto, è bene notarlo, accompagnato dalla scritta a neon a caratteri cubitali “PESTO: MASTERPIECE OF LIGURIA” e una invasione dell’aeroporto di Heathrow da parte di manifesti – l’avrete intuito – a tema pesto.

Messaggi eloquentissimi e trovate vagamente tamarre che hanno come finalità quello di promuovere la Liguria e una delle sue più celebri specialità in occasione partecipazione alla fiera mondiale del turismo in corso a Londra. D’altro canto, se lo scopo della pubblicità è indubbiamente quello di fare parlare di sé, la Regione di Toti ci sta riuscendo in pieno: il mortaio gonfiabile che sfila sul Tamigi, tuttavia, non ha convinto tutti.

I commenti al mortaio Ligure sul Tamigi

pesto

Insomma, forse piazzare un mortaio gonfiabile di otto metri per sei, con tanto di luminarie (che altrimenti di notte mica lo si vede, no?), sulle acque del Tamigi è un po’ too much, per dirla all’inglese. Le critiche spaziano da quelle di matrice più goliardica – “la Puglia farà navigare un maxi tarallo?” – a quelle di stampo politico: “Un altro mezzo milione buttato per “comunicazione” invece di governare il territorio” ha commentato Luca Garibaldi, capogruppo del PD in consiglio regionale. “Ne abbiamo già viste tante, ora pure il mortaio galleggiante”.

L’ex sardina Mattia Santori paragona pesto e cannabis e i Liguri non la prendono benissimo L’ex sardina Mattia Santori paragona pesto e cannabis e i Liguri non la prendono benissimo

Al contempo la Regione risponde confermando l’antico – ma sempre attuale – assioma secondo il quale la cosiddetta cattiva pubblicità, semplicemente, non esiste: “Da ore, su Google, grazie a questa trovata, i termini “Liguria” e “pesto” sono cliccatissimi” ha riportato Il Secolo XIX.

Lo stesso Toti, naturalmente, pare entusiasta della trovata: “Il pesto è uno dei nostri prodotti più noti e riconoscibili, la seconda salsa più consumata al mondo” ha commentato in occasione del lancio della campagna. “La Liguria con il pesto occupa un grande ruolo nell’immagine dell’Italia all’estero e abbiamo voluto renderlo simbolo per promuovere tutto il nostro territorio”. Da un grande ruolo deriva un grande mortaio, immaginiamo.

Se il pesto non è a posto e si apre il vaso di Pandora Se il pesto non è a posto e si apre il vaso di Pandora

“Ora la nostra Regione è una piccola superpotenza ed è diventata una delle regioni d’Italia che è cresciuta di più nel campo del turismo” ha proseguito Toti. ” In questo caso abbiamo utilizzato un metodo di marketing già usato molto dai grandi marchi, portando un oggetto iconico come il mortaio sul Tamigi, poi sulla Sprea di Berlino, sulla Senna a Parigi e nella darsena dei Navigli di Milano”.