Ventidue nuovi locali poco prima delle ferie e altri ventiquattro quando si è ormai di ritorno – mica male. Ci stiamo riferendo all’ormai consueto appuntamento mensile con la Guida Michelin Italia, che torna ad ampliarsi e ad arricchirsi coinvolgendo tutti quei ristoranti che, durante il lungo e arduo pellegrinaggio degli ispettori da un capo all’altro dello Stivale, finiscono inevitabilmente per catturare la loro attenzione. Naturalmente l’appuntamento con la nuova edizione della Rossa dedicata al Bel Paese rimane quello tradizionale a novembre: possiamo pensare a questi aggiornamenti come menzioni speciali che faranno da “antipasto” alle distinzioni in Stelle, Stelle Verdi e Bib Gourmand che vedremo a un paio di mesi a questa parte.
Guida Michelin Italia: i 24 nuovi ristoranti di settembre
Ventiquattro nuove insegne fanno il loro ingresso nella Guida Michelin Italia, dicevamo: è bene notare che cosiddette new entry sono naturalmente segnalate tanto sul sito ufficiale della Guida quanto sull’app con tanto di scritta “novità” per una immediata identificazione. Ma bando alle ciance, e diamo un’occhiata ai nuovi ristoranti.
Ada – Perugia PG
Una cucina che fa del colore e del sapore il proprio cavallo di battaglia, attingendo dalla terra e delle acque dolci del territorio regionale; il tutto incastonato nel pieno centro storico, a una manciata di passi dalla cinta muraria etrusca del III secolo avanti Cristo. Il consiglio degli ispettori della Guida Michelin Italia: l’anguilla alla brace nel suo “tegamaccio” (zuppa locale di pesci d’acqua dolce).
Agli Amici Dopolavoro – Venezia VE
Siamo sull’isola delle Rose, raggiungibile solo con navetta, nella cornice di un piccolo giardino uliveto. Qualche altro dettaglio? Orto di proprietà, che puntualmente ispira lo chef a proporre i prodotti locali rivisitati in una chiave più moderna. La sera intrigante aperitivo a base di cicchetti veneziani rivisitati.
aldìVino – Corciano PG
Una cucina contemporanea e creativa che si declina in tre menu degustazione, dai quali si può tuttavia estrare singoli piatti alla carta. Gli ispettori consigliano di sbizzarrirsi, ma pare che in particolare siano rimasti colpiti da due dei piatti più iconici dello chef – Calamaro dripping e Spaghettone burro affumicato, ostrica e lampone.
Alessandro Mecca al Castello di Grinzane Cavour – Grinzane Cavour CN
Torreggiante tra le colline gentili e pettinate del primo boccone di Langa, nel 2023 l’ex dimora di Camillo Benso conte di Cavour ha affidato la gestione del ristorante a chef Alessandro Mecca, che propone all’interno dei romantici ed eleganti ambienti una linea di cucina moderna, che solo in piccola parte si inserisce nel più scontato spartito territoriale esplorando sapori del resto della Penisola.
Alici – Amalfi SA
Alici è la proposta gastronomica di Borgo Santandrea, lussuoso albergo situato lungo la costa di Amalfi: troppo scontato raccontarvi del fatto che le cene si svolgono praticamente sempre sulla terrazza sospesa tra cielo e mare? Chef Crescenzo Scotti propone una cucina legata ai sapori della Costiera e a quelli della vicina Napoli, senza tuttavia dimenticare la sua Ischia e un poco di fantasia.
Celèstia – Cesenatico FC
Gianluca Renzi, debuttante allievo con forte esperienza stellata, sfodera piatti creativi ed elaborati, con echi delle sue origini romane, l’esperienza toscana e il mare di Cesenatico. Il fiore all’occhiello? Lo chef’s table, lo spazio perfetto per i golosi che amano l’intimità con lo chef.
Coltivare – La Morra CN
Ingredienti ricavati quasi esclusivamente dal territorio, in parte anche prodotti in proprio – pensiamo alle verdure dell’orto e alle uova -; e una offerta gastronomica biplanare: i piatti “della memoria”, omaggi alla più rigorosa tradizione piemontese; e le trovate più personali di chef Luca Zecchin, dove si segnala anche e soprattutto l’utilizzo della brace.
Hosteria del Platano – Varenna LC
Si tratta di un ristorante a gestione famigliare che propone un’ottima cucina dai toni classici e tradizionali, con un’attenzione particolare dedicata ai prodotti ittici locali. A colpire l’attenzione degli ispettori della Guida Michelin Italia è stata soprattutto la grande cortesia dimostrata all’accoglienza.
I Rodella – Deruta PG
Un complesso antico – siamo agli inizi del 1600, tanto per intenderci: era stato pensato come stazione di posta sulla strada verso la Capitale – che, come uno scrigno, si apre a rivelare una proposta concepita in chiave moderna, tanto nell’accostamento di gusti e di sapori quanto nella presentazione dei piatti, che gli ispettori definiscono “generosi e gustosi”.
Il Giurista – Perugia PG
L’offerta gastronomica è saldamente legata alle tradizioni culinarie locali, con tanto di carta completamente dedicata al mondo della terra, che per di più nella stagione giusta si arricchisce puntualmente di una sezione sugli abbinamenti con il tartufo nero.
La Botte – Stresa VB
La Botte è un moderno e accogliente bistrò contemporaneo gestito da un intero nucleo familiare; che ha composto una proposta variegata che alterna piatti di mare e di terra elaborati in chiave moderna e fantasiosa, in cui la stagionalità dei prodotti è un elemento imprescindibile.
La Cerreta Osteria – Sassetta LI
Un ristorante immerso nella natura, che gli ispettori addirittura arrivano a definire “indirizzo bucolico” dove “dormire, rilassarsi alle terme” e anche e soprattutto “approfittare della buona tavola del suo ristorante”: l’offerta gastronomica, declinata in un menu giornaliero, è elaborata con i soli prodotti biodinamici della azienda agricola di proprietà.
Li Somari – Tivoli RM
Un appuntamento d’obbligo per quei buongustai che vivono con particolare sensibilità le vicende più “verdi”: all’inizio del menu, infatti, viene presentato il manifesto della sostenibilità con le pratiche adottate per una ristorazione consapevole. La cucina di Adriano Baldassarre promette bontà: “ravioli di coda alla vaccinara, trippa, una pagina intera dedicata al quinto quarto e la panzanella e salmerino by Alessandro Narducci, omaggio ad un cuoco amico”, scrivono gli ispettori.
Nin – Brenzone sul Garda VR
Una cucina che si compone di tecniche di chiaro stampo moderno arricchite (mescolate?) di reminiscenze classiche, dove la creatività non manca mai: chef Terry Giacomello ha elaborato la propria offerta prendendo spunto dai suoi viaggi in giro per il mondo per comporre il menu NIN, per poi tornare idealmente in Italia con l’altro percorso denominato CLASSICI. Il consiglio degli ispettori? Il salmerino di lago con gazpacho di avocado, succo di oliva e olio alle bucce di mandarino bruciato.
Osteria Arborina – La Morra CN
Seconda tappa a La Morra: il fondo dell’ispirazione è sempre quello locale, la tradizionale spina dorsale gastronomica piemontese, che tuttavia si allarga a citazioni italiane: chef Fernando Tommaso Fiorino, napoletano di origine, si diverte saltuariamente a giocare con piccoli inserimenti della sua terra, come per le rape rosse alla scapece adagiate sopra al cervo marinato alle rape e accompagnate da un maritozzo salato con farcia di civet di cervo e panna alla cipolla caramellata.
Osteria de’ Mercati – Sassari SS
Un poco defilata rispetto al più affollato centro storico, l’Osteria de’ Mercati ha attirato l’attenzione della Guida Michelin Italia ad appena una manciata di mesi dalla sua apertura. Il menu offre piatti freschi e di stagione preparati con tanta cura, in cui spicca soprattutto – secondo la lettura dell’ispettore – il risotto alla pescatora.
Osteria Grande – Arezzo AR
Nato dal felce matrimonio gastronomico tra Fatjon, impegnato a sviluppare una cucina stagionale e contemporanea; e Lorenzo, che invece dedica la propria passione ai vini in carta; l’Osteria Grande è sorto nell’estate del 2022 e ha già saputo guadagnarsi una menzione nella Rossa. A colpire l’ispettore è l’assoluto di piccione con petto, coscia e filetto, ognuno con una preparazione adeguata, cipolla dolce e grue di cacao.
Sa Mandra – Alghero SS
L’intero menu (l’unico, di fatto) ruota attorno a una particolare pietra angolare – il maialino arrosto, uno dei prodotti simbolo della Sardegna. Dopo esservi accomodati, vi verrà servita una serie di portate e assaggini, tutti basati sull’ingrediente principale. Punti bonus per chi arriva in anticipo e potrà godersi la cottura con le dotte spiegazioni dei proprietari.
Saporium – Chiusdino SI
Piatti moderni e delicati curati dall’executive chef Ariel Hagen e realizzati da Luca Ottogalli; e soprattutto messi al mondo con l’idea di raccontare le stagioni del territorio circostante. Una missione ambiziosa, non c’è dubbio, ma l’impressione degli ispettori è che l’esperimento sia riuscito: la prova è il dessert con la variazione di noci degli alberi del Borgo.
Savô – Laigueglia SV
Il Savô , o “Sapore” in dialetto ligure, è il ristorante gourmet dell’albergo Windsor, (relativamente) fresco di riapertura. La cucina è moderna, impostata su ingredienti regionali e stagionali, con molto pesce, ma anche un piatto di terra per ogni portata.
Verbano – Isola Superiore (VB)
Sulle bellezze dell’isola Pescatori si affacciano le proposte di una cucina di stampo prettamente classico, che si compie in una sala dai toni contemporanei arricchita da panoramiche vetrate. Un piccolo e interessante particolare: i piatti dei vari menu tematici (Lago, Piemonte, Italia e Vegetariano) possono anche essere scelti alla carta.
Verso Capitaneo – Milano MI
L’ultima avventura dei fratelli Capitaneo sorge in Piazza Duomo, che più “nel cuore di Milano” di così proprio non si può. Ma attenzione a non lasciarsi ingannare: il format è di chiaro spicco informale, con tanto di possibilità di accomodarsi sui grandi banconi che circondano la cucina o ai tavoli in vetro nero. La cucina è dominata dall’offerta di materia prima di stagione, freschissima, lavorata con tecniche che ne esaltano caratteristiche e sapori senza inutili orpelli.
Viva il Bistrot – Noto SI
A un primo sguardo l’offerta del ristorante, che sorge a una manciata di passi dalla cattedrale, potrebbe apparire di stampo unicamente siciliano – soprattutto per quanto concerne la ricerca dei prodotti. Viviana Varese, cuoca stellata a Milano, e la resident chef Ida Brenna sono tuttavia riuscite ad arricchire l’offerta anche di tocchi più esotici.
Zafferano – Città della Pieve PG
Raccolto all’interno della cornice di un hotel, Zafferano si affaccia a una manciata di passi dal centro storico, dove si allunga il romantico e strettissimo vicolo Baciadonne. L’offerta gastronomica è una di stampo misto: a cavallo tra i sapori dell’Umbria e quelli della vicina Toscana.