Forbes ce la sta mettendo tutta a ritagliarsi un posto autorevole nel mondo della gastronomia, ma sembra avere qualche difficoltà. Alla testata statunitense non mancano classifiche prestigiose e ambite nel mondo dell’economia e della finanza, ma a quanto pare non sono presupposti sufficienti per emergere tra le mille e più guide gastrofregne.
Erano partiti -malino- quest’estate con una loro classifica degli chef “più influenti” che ha suscitato più di una perplessità tra chiunque frequenti un po’ le tavole gourmet italiane, e adesso si beccano una nuova, pesante tegola sulla loro guida ai “100 ristoranti & co. innovativi 2025”: a lanciarla è nientemeno che Selvaggia Lucarelli, svelando una procedura di selezione alquanto discutibile.
“Paga e sei dentro”
La guida, in allegato al numero di Forbes di ottobre, è curata da Marco Gemelli, direttore de Il Forchettiere, compito affidatogli dal direttore di Forbes Alessandro Mauro Rossi, già direttore de l’Espresso. A dare il la alle indagini di Lucarelli è la segnalazione di un “famoso ristoratore del centro Italia” di cui la giornalista del Fatto Quotidiano riporta questa dichiarazione: “Gemelli mesi fa mi ha proposto di far parte dell’inserto pagando duemilacinquecento euro più iva. Poi mi ha offerto uno sconto. Ho detto di no e non mi ha inserito nell ’allegato”, confermata poi anche da una email inviata dallo stesso Gemelli ad altri ristoratori. Il problema è che in nessuna sede è stato specificato ai lettori che quella guida -a fronte di quanto emerso da questa che includeva listino prezzi e press kit- era un grande publiredazionale, motivo per cui Lucarelli ha pensato bene di raggiungere telefonicamente i responsabili.
Le dichiarazioni
Apriti cielo. Dall’articolo pubblicato oggi sul Fatto Quotidiano, è evidente che Gemelli non aveva molto da ribattere alle domande, pur ficcanti, dell’autrice del pezzo, inanellando una serie di pezze peggiori del buco. Partendo dal presupposto che i criteri della selezione erano abbastanza ampi, includendo qualsiasi attività ristorativa, dal fine dining alla pizzeria al sushi, che “sposano l’idea della contemporaneità”, secondo Gemelli “non bastava pagare, sennò avrei impiegato pochi giorni a fare la lista, ho selezionato solo locali di livello altissimo”, cosa che non risulta al ristoratore che ha contattato Lucarelli. A fronte delle perplessità sull’etica giornalistica dell’operazione, il direttore della guida ribatte: “ma questo lavoro l’ho svolto non come giornalista, ma come direttore del Forchettiere che nel suo statuto prevede l’organizzazione di eventi. Ho fatturato con la società, non con la partita iva da giornalista!”. Ovviamente a Selvaggia non sfugge che una guida non è un evento ma una serie di articoli firmati, e anche il fatto che Gemelli faccia da ufficio stampa per alcuni ristoranti in guida non sembra sia ritenuto dal direttore un conflitto d’interessi.
Il direttore di Forbes Rossi non fornisce versioni più convincenti della vicenda, anzi. Ammette che a Gemelli era stato richiesto di raggiungere un budget per la pubblicazione, e come sia stato raggiunto poco importa, “ci manca che i direttori facciano la contabilità!”, tuttalpiù l’errore è stato non specificare che la pubblicazione era a cura della loro concessionaria pubblicitaria. Così, tra un “Io non credo che questi ristoranti avvelenino nessuno, so’ tutti di primo livello” e un “era un’operazione commerciale”, si svela la vera natura dei “100 ristoranti & co.”. Un’operazione legittima, ma che ha visto troppi “errori di comunicazione” per usare un gergo caro alla Ferragni, e che non gioverà certo alla futura reputazione di Forbes nel mondo enogastronomico.