Sulle esternazioni di Antonella Clerici durante la puntata di Belve in cui è stata ospite c’è talmente tanto da dire che serve una scaletta di pensiero. In sostanza ha esternato che gli uomini vegani sono noiosi, motivo per cui non ne sceglierebbe mai uno per una storia d’amore. Insomma un ritratto non solo affatto lusinghiero che abbraccia in pieno un cliché a dir poco obsoleto, ma anche degno della politica popolare più superficiale. Per fortuna il web ha reagito regalandoci perle geniali come la replica di Van Ver Burger, a dimostrare ironicamente che anche un maschio vegano può essere sexy e irresistibile.
Van Ver Burger è un food truck in itinere che da Torino viaggia anche in Italia tutta, proponendo burger vegan e cruelty free. Stile anni Settanta ma al contempo pop, tanta ma tanta fantasia, passione per la propria missione. Daniele e Pasquale hanno saputo esprimere tutto pur senza dire una parola: il reel che hanno pubblicato sul proprio canale Instagram è una risposta diretta a Clerici, efficace e comica.
Trovate un vegano virile ad Antonella Clerici
Categorica, Antonella Clerici di fronte alla giornalista Fagnani di Belve: “io un vegano no! Ma è uno noioso, dai… così, poco fantasioso. Poi tutto molto blando, molto… cosa te ne fai di un uomo che mangia l’insalatina e scarta il grasso dal prosciutto?! No, no, no“. Che a ben vedere un vegano non mangia proprio prosciutto, tra l’altro. C’è da dire, però, che L’Antonella Nazionale ha fatto una doverosa premessa che – evidentemente – credeva l’avrebbe salvata: “Non è una critica MA“. Laddove quel MA è tipico di chi invece la critica vuole farla eccome, anzi di chi intende fare consapevolmente una critica ingiusta. Simile ai vari ‘ho molti amici gay MA’, o ‘certo puoi mettere la gonna MA’ che ancora nel 2024 invadono la retorica in Italia.
Perché in fondo Antonella Clerici rappresenta quella fetta di Italia, quella che vuole le cose come si sono sempre fatte, quella restia al futuro e alla novità, quella che crede che il veganismo sia una moda da condannare. Quella del “pane e nutella che schifo il burro d’arachidi”, quella del “viva la carne le ossa le diamo ai cani” come allusione sessuale – visto che anche in questo caso si associano i concetti di virilità e veganismo.
Ci pensa Van Ver Burger
Ma a questa battuta che tanto ha fatto ridere il pubblico (“Antonella Clerici una di noiiii!”), e che tanto altro nascondeva oltre alle parole pronunciate, c’è chi ha saputo replicare in maniera esemplare. Van Ver Burger ha chiuso la faccenda, uno scacco matto che non può essere eguagliato e che non è venuto per caso – d’altronde parliamo di un’azienda che nel 2023 ha vinto i Sustainability Award.
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Nel reel pubblicato, Daniele e Pasquale mordono a rallentatore uno dei propri burger vegani – grossi e succosi, davvero irresistibili a vedersi – ammiccando a favor di camera e con George Michael come colonna sonora. Nessuna parola, nessuna didascalia, solamente tre # di cui uno spettacolare: #noielanostrainsalatina. Altro che “vegano poco fantasioso e blando”.
Tuttavia, la dicotomia in Italia rimarrà comunque questa nonostante gli sforzi, perché la parola di Antonella Clerici batte qualunque altra in tv. Di recente ha insegnato che la cucina molecolare è inutile sperimentazione e che gli italiani attenti alla spesa sono gastrofighetti; ora sta insegnando agli italiani che essere vegano significa mangiare solo insalata, avere poca fantasia, essere blandi e poco sanguigni, schizzinosi, poco virili.
La risposta al sessismo nel food non è Antonella Clerici
Questo fatto è da argomentare anche oltre la notizia in sé. Qui siamo di fronte all’ennesima battuta che usa il cibo come riferimento al sesso e alla sessualità. Siamo purtroppo abituati a vedere un accanimento della sfera maschile su quella femminile, in tal senso, e proprio recentemente la stessa Antonella Clerici si è trovata a gestire in diretta (durante È sempre mezzogiorno) proprio una di queste – l’infelice battuta di chef Sergio Barzetti.
Ebbene, la risposta a questo tipo di allusione non è far la morale nella propria trasmissione per poi andare ospite in un’altra a umiliare la virilità maschile. Perché se un uomo allude alle forme femminili con frasi già citate come “le ossa diamole ai cani” è un insulto da condannare, ma se una donna dice “cosa te ne fai di un uomo che scarta il grasso del prosciutto” allora fa ridere e nessuno dice niente?