Accordo raggiunto, ma i “primi della classe” non vogliono stare al gioco. I primi colloqui del ministro dell’economia e delle Finanze francese, Bruno Le Maire, con i rivenditori e i fornitori di generi alimentari in Francia per raggiungere un accordo sui prezzi e tamponare gli effetti dell’inflazione sono stati – con le dovute proporzioni – un successo; ma c’è un “ma”. Come dichiarato dallo stesso Le Maire, infatti, pare che Unilever, Nestlé e PepsiCo non abbiano “collaborato con l’accordo”. Le parole del ministro lasciano poco spazio al dubbio: “Le grandi multinazionali potrebbero fare molto di più” ha spiegato, aggiungendo che i rivenditori che si rifiuteranno di trasferire ai propri clienti i tagli ai prezzi praticati dai fornitori potrebbero andare incontro a sanzioni.
Francia, braccio di ferro con l’inflazione
Per avere uno sguardo più completo sull’intera vicenda è bene fare un passo indietro: come accennato in apertura di articolo, dopo due giorni di colloqui il ministro Le Maire ha recentemente annunciato che le aziende del food hanno preso l’impegno di congelare (o ridurre, in base al contesto) i prezzi di circa cinquemila prodotti di uso quotidiano.
L’obiettivo è naturalmente quello di tamponare gli effetti dell’inflazione, e i nostri lettori più attenti si ricorderanno che non si tratta affatto del primo tentativo di questo genere da parte della Francia: appena una manciata di mesi fa, infatti, le autorità governative annunciarono un periodo di tre mesi di prezzi scontati nei supermercati proprio per combattere l’aumento del costo della vita.
Il progressivo restringersi del potere d’acquisto, infatti, avrebbe spinto i consumatori francesi a ridurre sensibilmente gli acquisti di bene essenziali: dati alla mano, l’inflazione dei generi alimentari continua a mantenersi all’11,1% nonostante sia già andato incontro a cinque mesi consecutivi di riduzione.
Ma torniamo a noi – è bene notare che Le Maire aveva già annunciato a giugno un accordo con i 75 principali rivenditori e gruppi industriali per la riduzione dei prezzi, ma questa settimana ha dichiarato che meno della metà di loro ha accettato. “Nessuno è disposto a dire ridurrò i miei prezzi perché lo dice il governo” ha commentato Le Maire. “Ci sono due campi di aziende problematiche: quelle che aumentano i prezzi e quelle che praticano la shrinkflation”.
Il ministro ha per di più insistito sul fatto che, grazie all’azione del governo, i prezzi cominceranno a scendere immediatamente; e ha aggiunto che nel futuro prossimo ci saranno controlli da parte delle autorità antifrode per garantire il pieno rispetto dell’accordo da parte di rivenditori e produttori.