Mentre dalle Alpi alla Valle dei Templi la crociata contro il cibo sintetico (anche se, occorre ammetterlo, dalle nostre parti si preferiscono definizioni più polarizzanti come “cibo in provetta” o “cibo Frankestein”) continua a imperversare, con il videomessaggio natalizio dell’europarlamentare Paola Ghidoni che rappresenta l’ultima nota di una sinfonia che dura già da diverso tempo; in Francia si prova a forzare il blocco puntando verso lidi evidentemente più fertili e decisamente più amichevoli: quelli a stelle e strisce, dove ad esempio la cosiddetta carne da laboratorio è già stata ufficialmente riconosciuta come sicura al consumo umano. Il pioniere di questa spedizione in quel d’Oltreoceano sarà un formaggio prodotto dal gruppo Bel e creato in collaborazione con Perfect Day con proteine del latte prive di elementi di origine animale.
Una campagna commerciale a stelle e strisce
La messa in commercio dei prodotti in questione prenderà il via il prossimo anno, a partire proprio dal primo di gennaio, e come brevemente anticipato riguarderà in esclusiva l’amichevole mercato statunitense. Stando a quanto lasciato trapelare la prima gamma di formaggi alternativi si chiama Nurishh Incredible Dairy e sarà acquistabile in tre gusti diversi – original, strawberry e chive & onion -, tutti frutto della fermentazione di precisione.
L’obiettivo del gruppo francese, qualora non fosse chiaro, è stato riportato in un comunicato stampa: l’idea è quella di “accelerare lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti che incorporano proteine alternative per contribuire a un nuovo modello alimentare che consenta di sfamare 10 miliardi di persone entro il 2050, limitando al contempo l’impatto ambientale della sua catena di valore”. In altre parole – ci si guarda intorno, si sperimenta, per puntellare ed eventualmente risolvere un sistema alimentare che pare sempre più prossimo a un catastrofico collasso.
Come già brevemente accennato una manciata di righe fa i prodotti in questione sono ottenuti attraverso un processo di fermentazione di precisione, e contengono – e qui citiamo di nuovo il sopracitato comunicato stampa – “tutti gli aminoacidi essenziali, il che conferisce loro eccellenti qualità nutrizionali”. Le proteine al loro interno “offrono i vantaggi delle alternative vegetali al formaggio, con il gusto e la cremosità dei formaggi di latte, limitando al contempo l‘impatto ambientale, creando un’opzione davvero senza compromessi per i consumatori”.
In un discorso come quello che riguarda la carne sintetica, al momento gettato nella ben più conveniente (ma frastornante) caciara e declinato in semplici slogan pancini, orientarsi può essere difficile. Si tratta, d’altronde, di cibo – un denominatore comune e spaventosamente democratico a cui tutti, nessuno escluso, piace approcciarsi con una certa consapevolezza. Una domanda, tuttavia, nasce spontanea: a che punto sono, davvero, questo tipo di prodotti?