Vuoi per contingenza geografica, vuoi per (non sempre ammessa) ispirazione, vuoi per (mai citato, ma sempre piuttosto evidente) complesso di inferiorità: il derby transalpino tra Italia e Francia si gioca anche a tavola. Così, alla pubblicazione dei dati Eurostat sul mondo del vino, l’occhio è rapido al gioco del paragone: come ce la stiamo cavando, noi abitanti dello Stivale? E soprattutto – come se la cavano quelli là?
La risposta soddisfa (più o meno) entrambi gli schieramenti: la Francia è di fatto il principale esportatore per fatturato, mentre l’Italia risulta prima per numero di bottiglie vendute all’estero. Insomma: ci sono munizioni a sufficienza per continuare il derby a oltranza. O almeno fino alla prossima vendemmia, ecco.
Italia e Francia a confronto
Di questi tempi applicare la legge del numero al vino produce risultati piuttosto tristi. Qualche esempio: rapporti in profondo rosso, consumi sempre più bassi (a meno che non ci sia la parolina magica di mezzo: dealcolato), vino al gusto pizza. Aiuto.
I dati di casa Eurostat spiegano che nel 2024 la Francia ha esportato vini secchi e con bollicine per circa 10,9 miliardi di euro, con il valore degli stessi prodotti italiani pari a poco più della metà (6,4 miliardi di euro). All’Italia, come accennato, va il primato per quantità: casse per 14 milioni di chili tra vini bianchi e rossi (10,6 milioni) e spumanti (3,4 milioni di chili), contro bottiglie di peso complessivo di 8 milioni di chili suddivisi tra vini secchi (6,8 milioni) e spumanti (1,2 milioni).
Allargando il campo di indagine al volume complessivo di bevande alcoliche (e comprendendo dunque birra, distillati, spiriti e via dicendo) sono ancora i cugini d’Oltralpe a fare la parte del leone: 12,1 miliardi di euro, spiega Eurostat, pari al 40,6 per cento del totale.
La Francia “è stata di gran lunga il principale esportatore” verso paesi extra-Ue, e lo Stivale – è bene notarlo – si è preso la medaglia d’argento con 7,5 miliardi di euro (il 20,2 per cento del totale delle esportazioni dell’UE verso paesi extra-Ue). Ma dove vanno, tutte queste bottiglie?
Domanda più o meno scontato. A vestire la casacca del migliore mercato-alleato sono stati gli Stati Uniti, con esportazioni per un totale di 8,9 miliardi di euro (il 30 per cento del totale del volume di affari) e più della metà di questo valore (4,9 miliardi) legato all’esportazione di vino. Poi arrivarono i dazi; o piuttosto la loro ombra. Pace: almeno Sorbillo ha potuto farci una pizza.