Pronti via, il semaforo è verde – la Francia ha ufficialmente dato il via alla campagna di vaccinazione contro l’influenza aviaria. Difficile parlare di fulmine a ciel sereno: è bene notare che si tratta di uno dei Paesi che più in assoluto ha sofferto l’imperversare di quella che, numeri alla mano, è stata riconosciuta come la stagione epidemica più grave di sempre; salvo poi dichiarare chiusa l’emergenza lo scorso 30 giugno con un bollettino da dieci milioni di morti. In un contesto del genere, il piano del vaccino è sempre stato ventilato in maniera più o meno zelante: ricordiamo, ad esempio, che ad aprile (in piena emergenza) decise di ordinare 80 milioni di dosi di vaccino.
Francia, vaccino e influenza aviaria: la risposta degli Stati Uniti
Pollice in su al vaccino per l’influenza aviaria, dunque; anche se di fatto quello della Francia non è affatto il primo caso in Europa. I cugini d’Oltralpe seguono infatti la scia dell’Olanda, che appena un paio di settimane fa ha cominciato a vaccinare i primi pulcini dal morbo. A mobilitare la scelta francese, oltre alle evidenti e ingenti cause economiche (pensiamo, tanto per fare un esempio, al prezzo delle uova salito alle stelle) ed etiche (gli abbattimenti, come accennato, si sono tenuti nell’ambito dei milioni di volatili), c’è stato anche il timore che il virus potesse mutare in una variante trasmissibile agli esseri umani, una eventualità che la comunità scientifica ha sempre valutato come remota ma possibile.
La campagna di vaccinazione in Francia sarà obbligatoria: le prime a ricevere il farmaco sono state alcune anatre in una fattoria delle Landes, una regione nel sud-ovest alla presenza del ministro dell’Agricoltura Marc Fesneau. “È un momento di ottimismo, abbiamo la sensazione di vedere la luce alla fine del tunnel”, ha commentato quest’ultimo ai giornalisti lì presenti.
Stando a quanto lasciato trapelare, la vaccinazione sarà obbligatoria per tutte le anatre negli allevamenti che contano più di 250 volatili e i cui prodotti sono destinati ad essere venduti sotto forma di carne o foie gras. Numeri alla mano, ciò significa che in un anno dovranno essere vaccinati complessivamente 64 milioni di anatre in 2.700 allevamenti, per un costo totale di quasi 100 milioni di euro (105 milioni di dollari), di cui l’85% sarà finanziato dallo Stato.
A fare da contralto all’ottimismo citato dal ministro dell’Agricoltura c’è però la scelta degli Stati Uniti, che hanno annunciato l’introduzione di restrizioni sulle importazioni di pollame francese a partire dal 1° ottobre. È bene notare, infatti, che gli Stati Uniti non consentono l’importazione di pollame da paesi colpiti dall’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) o da allevamenti vaccinati contro la malattia, in quanto gli esemplari vaccinati potrebbero non mostrare i segni dell’infezione e finire per contagiare i loro “colleghi” a stelle e strisce.