Dall’essere censurata su Facebook in quanto scambiata per un insulto a trovarsi a dovere fare le valige per il primo viaggio dall’altra parte dell’Oceano Atlantico – il 2023 è stato un anno decisamente particolare per la Finocchiona Igp. L’insaccato toscano, in altre parole, è infine (e finalmente) pronto a fare il suo primo approdo negli Stati Uniti: stando a quanto lasciato trapelare, gli uffici federali a stelle e strisce hanno di fatto riconosciuto la Toscana come “territorio indenne dalla malattia vescicolare suina” e dunque avviato l’opportuno iter di accoglimento del prodotto, che andrà a concludersi tra poco più di un mese, il 23 di ottobre.
Finocchiona Igp, al via l’export negli Stati Uniti
L’apertura del rubinetto dell’esportazione verso gli Stati Uniti rappresenta, naturalmente, una grossa opportunità di crescita per la Finocchiona Igp – e non a caso le prima fondamenta per fare scattare l’iter di riconoscimento furono di fatto poste nell’ormai lontano 2016, con l’obiettivo per l’appunto di dimostrare che la Regione Toscana fosse un territorio libero dalla malattia vescicolare, condizione necessaria a ottenere il proverbiale semaforo verde per l’ingresso sul florido mercato a stelle e strisce.
“Il mercato americano rappresenta per i nostri prodotti una possibilità di vendita importante” ha infatti commentato il presidente del Consorzio Tutela della Finocchiona Igp, Alessandro Iacomoni. E si parla già di numeri: “Abbiamo stimato che 250mila chili annui di Finocchiona Igp, pari al 13% della produzione attuale, potranno approdare sul mercato degli Stati Uniti“.
Un entusiasmo naturalmente condiviso anche dallo stesso presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che invita a celebrare un “traguardo raggiunto grazie ad un lavoro di squadra fra istituzioni e produttori”, e che nell’immediato futuro andrà ad aprire “un mercato davvero promettente, da sempre molto attento ai sapori e alle tipicità della nostra regione”.
Mercato promettente ma che, fino a ora, pareva avere innalzato attorno a sé un invalicabile muro di cautela. “Nonostante l’accertamento della regolarità del percorso, della procedura, dei nostri allevamenti e la soluzione di tutti gli aspetti formali” ha commentato a tal proposito la vicepresidente e assessora all’Agroalimentare, Stefania Saccardi “non riuscivamo a ottenere da parte dell’organo statunitense la firma che avrebbe consentito alla Finocchiona Igp l’esportazione”.
“Finalmente oggi” ha concluso Saccardi “dopo sette anni, dopo incontri anche con l’ambasciata negli Stati Uniti, il console Usa a Firenze e l’interessamento del ministro degli Esteri, coinvolto attraverso il Consorzio di tutela della Finocchiona Igp, possiamo dire che anche questo straordinario salume, realizzato con lo sviluppo di una filiera regionale importante, può aprirsi a un mercato che è sempre più attento alla nostra Toscana e al nostro Paese”.