La crisi di Fiorucci causa più di 200 licenziamenti

La crisi della Fiorucci ha scatenato una serie di licenziamenti a tappeto: la "ristrutturazione aziendale" prevede più di 200 esuberi fra Parma e Pomezia

La crisi di Fiorucci causa più di 200 licenziamenti

Brutte notizie arrivano da Fiorucci: lo storico marchio di salumi ha in programma quella che in gergo tecnico viene definita come una “ristrutturazione aziendale”, ma che in realtà si traduce con esuberi e licenziamenti. Anche se nei giorni scorsi si erano usati termini come “mobilità”, in realtà lunedì 27 novembre è stata avviata formalmente la procedura di licenziamento collettivo. Che vuol dire più di 200 licenziamenti negli stabilimenti di Parma e di Pomezia.

Cosa ha provocato la crisi della Fiorucci

fiorucci mortadella

Il fatto è che molti di questi licenziamenti potrebbero interessare lavoratori di 50 o più anni, cioè quelli che poi hanno maggiori difficoltà nel trovare un nuovo lavoro. L’azienda ha spiegato che la decisione di procedere alla ristrutturazione aziendale aka licenziamento collettivo si è resa necessaria a causa delle “drammatiche difficoltà finanziarie”.

Per questo motivo ecco che ci saranno più di 220 licenziamenti fra Parma e Pomezia Santa Palomba (quest’ultimo stabilimento sarà quello maggiormente colpito. Qui lavorano circa 400 dipendenti, ma fra 75 giorni, a meno di non trovare un’altra via, la metà degli addetti entrerà in disoccupazione). Alessandro Vona, il segretario generale della Flai Cgil Roma Sud Pomezia Castelli, ha parlato di 226-227 licenziamenti.

Ma la ristrutturazione aziendale della Fiorucci non prevede solo i licenziamenti: verranno infatti tagliate alcune produzioni e alcuni processi verranno esternalizzati. Lo scopo di tutto ciò è triplice:

  • garantire che la produzione di Fiorucci rimanga in Italia
  • garantire la continuità aziendale
  • permettere una crescita del fatturato di oltre il 20% nel corso dei prossimi sei anni

Questo piano di rilancio prevede diverse tappe e sarà reso possibile dal fatto che due fondi esteri, più precisamente Navigator Group e White Park Capital, hanno acquisito pochi mesi fa il 100% dell’azienda. Il suddetto piano è stato ovviamente approvato dai nuovi investitori ed è incentrato sulla crescita della Fiorucci sia sul mercato italiano che su quello internazionale, soprattutto in Germania, Austria, Francia e Regno Unito.

La leggerezza con cui dichiariamo di sprecare il cibo delle feste è disarmante La leggerezza con cui dichiariamo di sprecare il cibo delle feste è disarmante

Tutto questo sarà reso possibile grazie ai nuovi finanziamenti ottenuti: questi hanno permesso di estinguere debiti e garantire una liquidità tale da permettere all’azienda di continuare a lavorare e pagare i dipendenti. Si parla di investimenti per un totale di 30 milioni di euro che, in parte, verranno anche usati per modernizzare gli impianti.

Ovviamente in tale vicenda si sono subito mobilitati anche i sindacati. Il 23 novembre la Fiorucci e i sindacati Fai, Flai, Uila e RSU di Parma e Pomezia hanno tenuto in incontro. Fiorucci ha cercato di giustificarsi sostenendo che tale piano era nato con lo scopo di invertire la tendenza negativa che sta funestando l’azienda da dieci anni, cercando di ridurre l’impatto della riorganizzazione.

Beh, alla faccia del “ridurre”: considerando che si parla di più di 200 licenziamenti, se non riducevano cosa facevano? Lasciavano tutti a casa? Comunque sia i sindacati hanno subito posto il veto a tale piano e hanno aperto uno stato di agitazione sindacale a Pomezia, bloccando la strada di accesso allo stabilimento e organizzando assemblee con i dipendenti in modo da far intervenire nella questione anche il Governo.