La corsa presidenziale negli USA sta tirando in ballo anche i dietologi

Donald Trump da una parte, Kamala Harris dall'altra. Il cibo è terzo protagonista, ora anche da casa: i media lasciano sempre più spazio ai dietologi. Vediamo il perché.

La corsa presidenziale negli USA sta tirando in ballo anche i dietologi

Nella corsa alla Casa Bianca il cibo è stato uno dei protagonisti. Kamala Harris l’ha prima brandito come strumento strategico e comunicativo per poi rivendicare poi il suo passato sotto gli archi dorati di McDonald’s, Donald Trump ha accusato gli immigrati di mangiarsi cani e gatti dei cittadini a stelle e strisce. Uno dei protagonisti, dicevamo: per i candidati, ma a quanto pare anche per lo stesso elettorato… Tant’è che i media stanno riservando sempre più spazio ai consigli dei dietologi.

Si chiama emotional eating, grossolanamente traducibile in “alimentazione emotiva”, ed è un termine che indica quel mangiare scomposto e il più delle volte malsano, a tratti frenetico, che spesso e volentieri accompagna periodi particolarmente stressanti. La corsa alla Casa Bianca, l’avrete intuito, si qualifica evidentemente come tale.

Dal palco del Presidential Debate al divano di casa

kamala harris

“La gente segue i dibattiti e si innervosisce, poi si mette a leggere i commenti sui social mangiando un pacchetto di patatine o di biscotti per allontanare la rabbia. È un comportamento distruttivo”. A parlare è Ilana Muhlstein, nutrizionista dietista con sede a Los Angeles che di recente ha saputo ritagliarsi un importante fazzoletto di spazio nel palinsesto di Fox News.

Il rapporto di Kamala Harris con il cibo potrebbe fare la differenza negli Stati Uniti Il rapporto di Kamala Harris con il cibo potrebbe fare la differenza negli Stati Uniti

La questione, al netto dello sfondo politichese, è affascinante. “Quando abbiamo questi periodi di disordini in cui si crea uno scenario di forte indecisione” ha spiegato Muhlstein, “il disagio che ne consegue può essere confuso per fame”. È lo stesso meccanismo che accompagna le partite combattute fino all’ultimo, o con un’alta posta in palio: ci si riempie lo stomaco per “sentirsi in controllo della situazione”. Ma è altro a essere interessante.

Quel che ci colpisce in particolare, infatti, è che la questione sia emersa in primis. Potrebbe essere una diretta conseguenza della polarizzazione della vita politica, con il sistema a due partiti (o il gioco del “noi contro voi”) ormai diviso in maniera tanto severa che ogni tentativo di conciliazione pare improbabile se non assurdo; o ancora della sua spettacolarizzazione, con i dibattiti che paiono essersi tramutati in forme di intrattenimento più o meno grottesco dove la regola principale – vedi la questione gatti, cani e migranti; ma anche con Cheerios e Tic Tac – è quella di spararla grossa. E tutti sanno che intrattenimento e snack vanno mano nella mano, non è vero?