Paese che vai, carenza di personale che trovi: anche i ristoratori della Corea del Sud sono apparentemente alle prese con la mancanza di camerieri da impiegare nei propri locali, e hanno pertanto ritenuto opportuno di risolvere il problema alla radice – sostituendo la componente umana, fastidiosamente tendente alla richieste di tempo libero, di stipendio dignitoso e alle altre vergognose vulnerabilità tipiche di chi è composto di materia biodegradabile, con i robot. Una soluzione decisamente radicale, ed eppure sempre più popolare: i dati dell’Associazione coreana dell’industria dei robot, poi riportati dal Financial Times, raccontano di circa cinque mila robot camerieri già in uso, con interi locali che hanno deciso di eliminare del tutto i colleghi in carne e ossa.
La soluzione della Corea del Sud alla carenza di camerieri sono i robot
Ad agitare l’opinione pubblica coreana, tuttavia, non è la graduale ma ormai sistematica sostituzione del personale di sala umano con i robot (ed è bene notare, a tal proposito, che la carenza di camerieri in questo particolare angolo di mondo è esacerbata dalla grave crisi demografica – non che l’Italia sia tanto diversa, in questo: che Filippo La Mantia avesse ragione?), ma piuttosto il fatto che il mercato interno sia stato invaso da robot di provenienza cinese particolarmente economici che “squalificherebbero” le produzioni robotiche locali, di qualità (ma anche, naturalmente, di prezzo) più alta.
La Corea del Sud teme, in altre parole, un danno all’industria robotica del Paese, che non è in grado di competere con la mole produttiva cinese. Numeri alla mano, un robot cameriere proveniente dalla Cina ha un costo tendenzialmente compreso tra i 10 e i 30 milioni di won (ossia una cifra che oscilla, per darvi un’idea, tra i 7 mila e i 21 mila euro), vale a dire poco meno di un quinto del prezzo complessivo degli equivalenti coreani.
Vien da sé che una produzione è nettamente più conveniente dell’altra – e anche spaventosamente meno costosa dell’assumere un dipendente umano (parliamo, per quanto riguarda i modelli più economici, di 7 mila euro al robot: meno, escluse situazioni al limite della legalità, di quanto un cameriere guadagnerebbe in una manciata di mesi). Alcune fonti vicine al settore coreano della robotica hanno confidato al Financial Times che i produttori locali hanno impostato la “guerra” alla Cina puntando su una qualità migliore, “ma al momento non è affatto facile”.
Molti operatori e produttori della Corea del Sud, infatti, hanno già cominciato a chiedere alle autorità governative di rilasciare alcuni sussidi per facilitare la competizione con i camerieri robot cinesi.