Il consumo di carne di cane in Corea del Sud ha i giorni contati, ma è bene notare che a muovere la ruota del cambiamento non è stato né il fronte delle associazioni animaliste né, forse più banalmente, l’etica; ma piuttosto la moda, un cambiamento nelle abitudini di consumo che coinvolge anche e soprattutto le fasce più giovani della popolazione sudcoreana.
Stando a quanto riportato dai colleghi del Washington Post la Corea del Sud avrebbe di fatto intenzione di mettere al bando il consumo di carne di cane entro la fine dell’anno in corso, per poi avviare un periodo di tre anni che vedrà l’eliminazione graduale delle attività operanti nel settore. In altre parole, il primo passo per il Parlamento sudcoreano sarà quello di approvare la legge prima della fine dell’anno, per poi fare scattare dal 2027 il divieto su scala nazionale vero e proprio.
Niente più carne di cane in Corea del Sud: i dettagli della legge e le reazioni
Abbiamo accostato “banalmente” ed “etica” perché di fatto storcere il naso a quelle che sono differenze – anche estremamente ben marcate, come in questo caso, anche se c’è una certa ipocrisia nel considerare “barbarie” questa e poi mettere la testa sotto terra quando si parla di allevamenti intensivi – nella cultura alimentare di popoli differenti ci pare perlomeno miope, anche se di fatto è bene notare che il consumo di carne di cane in Corea del Sud è da tempo sotto la lente d’ingrandimento di diverse organizzazioni animaliste internazionali.
A innescare una svolta che potremmo definire storica, come accennato in apertura di articolo, c’è di fatto l’allontanamento dei giovani sudcoreani da questa particolare pratica. Il People Power Party, che al momento detiene la maggioranza in Parlamento, ha intercettato questa tendenza e agito di conseguenza: “Stiamo pianificando una legge speciale per vietare la carne di cane entro quest’anno” ha spiegato il deputato Yu Eui-dong.
Più facile a dirsi che a farsi – dietro il consumo di carne di cane, naturalmente, esiste una filiera. Gli allevatori, gli addetti alla macellazione, i commercianti e i ristoratori della Corea del Sud dovranno necessariamente presentare un piano di chiusura o conversione della propria attività, a cui seguirà un risarcimento.
Per gli attivisti, naturalmente, è un traguardo da festeggiare: per Chae Jung-ah della Human Society International è “un sogno che diventa realtà per tutti noi che abbiamo lottato duramente per porre fine a questa crudeltà. La società coreana ha raggiunto un punto critico in cui la maggior parte delle persone ora rifiuta di mangiare cani e vuole vedere questa sofferenza consegnata ai libri di storia”.