La contaminazione da PFAS nelle acque italiane, in una mappa

I PFAS, anche noti come inquinanti eterni, sono presenti nelle acque di tutta Italia: ma quali sono le Regioni e le città con i valori di contaminazione più alti?

La contaminazione da PFAS nelle acque italiane, in una mappa

La domanda sorge spontanea: ma cosa sono le PFAS? Si tratta di sostanze chimiche note per la loro estrema longevità, tanto da essersi guadagnate il titolo di inquinanti eterni, e associate all’insorgere di numerosi problemi di salute, tumori compresi.

La loro presenza nell’ambiente è più o meno nota, ma è anche e soprattutto radicale e capillare: sono già stati trovati nell’acqua piovana, in quella potabile (specie in Lombardia), nei pesci d’acqua dolce e di mare, nelle uova dei pollai domestici.

Greenpeace Italia ha realizzato la prima mappa della contaminazione da PFAS nelle acque potabili del nostro caro e vecchio Stivale, raccogliendo 260 campioni in 235 città dalle Alpi alla Valle dei Templi. Piccolo spoiler: i risultati sono piuttosto preoccupanti.

Quanto è contaminata l’acqua potabile italiana?

acqua

Le PFAS, dicevamo, sono sostanze comunemente impiegate in numerosi processi industriali, negli imballaggi plastici e in diversi apparecchi elettronici che, durante la produzione o più banalmente l’utilizzo quotidiano degli stessi, vengono disperse nell’aria.

Largo ai numeri, dunque: il 79% dell’acqua potabile italiana risulta di fatto contaminata da almeno una sostanza appartenente alla categoria dei cosiddetti inquinanti eterni, con concentrazioni particolarmente elevate in Piemonte (26/29), Liguria (8/8), Lombardia (20/26), Veneto (19/20), Emilia-Romagna (18/19), Toscana (25/31) e Sardegna (11/13).

Le regioni in cui sono stati registrati meno campioni contaminati sono, invece, Abruzzo (3/8), l’unica regione con meno della metà dei campioni positivi alla presenza di PFAS, Sicilia (9/17) e Puglia (7/13). E spostandoci invece nelle città?

Le città con le concentrazioni più elevate sono risultate Arezzo, Milano (Via Padova) e Perugia, seguite da Arzignano (VI), Comacchio (FE), Olbia (SS), Reggio Emilia, Ferrara, Vicenza, Tortona (AL), Bussoleno (TO), Padova, Monza, San Bonifacio (VR), Ceccano (FR) e Rapallo (GE); con il caso di Milano che spicca come il più critico in assoluto.

Vale poi la pena notare che il PFOA, noto cancerogeno, è risultato il PFAS più diffuso, in un totale di 121 campioni (47%), seguito dal composto a catena ultracorta TFA (104 campioni, il 40% del totale) e dal possibile cancerogeno PFOS (58 campioni, il 22 % del totale).

La mappa interattiva, così come le schede grafiche con i dati di ciascuna regione e il report con i risultati complessivi, è comodamente consultabile direttamente dal sito di Greenpeace.