La Cina si vendica per le auto elettriche colpendo alcolici e carne europei

La Cina risponde ai dazi sulle proprie auto elettriche prendendo di mira alcolici, carne e formaggi: le imprese italiane temono un'escalation.

La Cina si vendica per le auto elettriche colpendo alcolici e carne europei

Botta e risposta: la Cina risponde ai dazi contro le sue auto elettriche mettendo nel mirino alcolici, carne, formaggi e auto di grossa cilindrata. L’obiettivo, l’avrete intuito, è quello di fare muso duro per convincere l’Europa a un’inversione a U, e rivedere così i dazi in questione entro il 30 ottobre, giorno della loro pubblicazione ufficiale.

La prima stoccata è al mondo dei distillati, con imposte extra provvisorie comprese tra il 30,6% al 39% e l’introduzione dell’obbligo di deposito cauzionale alla dogana. La lista dei prossimi colpi, per così definirla, è come accennato ancora lunga: carne di maiale, formaggi, automobili di grossa cilindrata per colpire anche e soprattutto la Germania (che però, è bene notarlo, ha votato per il “no” al balzello extra). E poi, di fatto, ci sono anche i dazi imposti direttamente per marca.

Le aziende colpite dai nuovi dazi cinesi

campari

Stando a quanto lasciato trapelare i prodotti di casa Martell pagheranno il 30,6% in più, quelli di Courvoisier il +34,8%, mentre quelli di Remy Martin e Hennessey rispettivamente il +38,1%e il +39%. L’obiettivo è palese: la Francia, uno dei Paesi (insieme all’Italia, a dire il vero) ad aver votato espressamente per il sì. E la Borsa che dice?

Il sake è arrivato nei ristoranti, e a differenza della birra artigianale è qui per restare Il sake è arrivato nei ristoranti, e a differenza della birra artigianale è qui per restare

Come di consueto ogni increspatura sul pelo dell’acqua è registrata, accolta, e genera una reazione decisa. A Milano la Campari, che da un anno circa può contare sulla proprietà del cognac Courvoisier, ha fatto registrare una contrazione dell’1,9%; mentre a in quel d’Oltralpe Rémy Cointreau ha chiuso in ribasso del 6,37% e Pernod Ricard ha perso il 4,18%. Perdita anche per il colosso LVMH, da poco lanciatosi nel mondo degli analcolici ma già proprietario di Hennessy, che registra un – 3,67%. Ma che dicono le imprese italiane?

La mossa del Dragone, dicevamo, ha i chiari connotati di una stoccata ai danni della Francia. Le imprese italiane, evidentemente consapevoli della comunità d’intenti con i cugini d’Oltralpe, non dormono sonni tranquilli. La presidente di Federvini, Micaela Pallini, teme “un’escalation” nel futuro prossimo.