A quanto pare la cimice asiatica ha deciso di espandere il suo areale di interesse qui da noi, aggredendo i noccioleti del centro Italia, con particolare riferimenti a quelli di Toscana, Lazio e Umbria. Il fatto è che da questi noccioleti deriva anche parte delle nocciole utilizzata dalla Ferrero per produrre la Nutella (e non solo). Considerato che già di base in questi ultimi tempi si registra una carenza di nocciole (anche in Turchia, il primo paese produttore al mondo, ne sono state prodotte molte di meno a causa della siccità), ecco che non è prematuro ipotizzare che ci possano essere delle ripercussioni anche sulla Nutella.
La cimice asiatica, i noccioleti e la Nutella
L’allarme questa volta è stato lanciato da Mario Serpillo, il presidente dell’Unione Coltivatori Italiani (UCI): in tutta la zona si stimano perdite che superano i 6 milioni di euro. E tutto a causa della cimice asiatica, insetto molto vorace e che non ha predatori naturali qui da noi (anche se si stanno cercando di attuare dei piani di lotta biologica, ma si va a rilento).
La cimice asiatica rappresenta una vera e propria specie aliena, esattamente come il granchio blu. Serpillo ricorda a tutti che proteggere i noccioleti è fondamentale in modo da poter garantire una produzione di alta qualità che fa parte delle eccellenze italiane.
Solo che l’invasione delle cimici asiatiche ha causato un netto calo della produzione: questi insetti hanno reso il 30-40% del prodotto non commercializzabile e non utilizzabile. E le nocciole prodotte in questa zona sono proprio utilizzate da Ferrero per produrre la sua celeberrima crema.
Questo anche perché nel 2018 la Ferrero aveva lanciato il Progetto Nocciola Italia piantumando numerosi noccioleti proprio in Toscana, Lazio e Umbria. Lo scopo era quello di arrivare a 20mila ettari di coltivazione esclusiva di nocciole, da aggiungere ai 70mila ettari già presenti in Italia (di questi 45mila si trovano proprio nella Tuscia viterbese).
Nel 2018 l’Italia era il secondo produttore mondiale di nocciole, con un 12% ben distante dal primato della Turchia, il primo produttore, che si avvaleva di un 70% del mercato. La Ferrero utilizza nocciole provenienti non solo dall’Italia (per forza di cose: non ce ne sarebbero a sufficienza per garantire la quantità di Nutella prodotta), ma anche dalla Turchia, dal Cile e dagli Stati Uniti.
Con quel progetto, però, Ferrero voleva cercare di diminuire la quota di nocciole importate, garantendo l’acquisto di almeno il 75% del raccolto da contadini locali aderenti all’iniziativa.
Ma non aveva fatto i conti con i cambiamenti climatici che hanno favorito in Italia l’arrivo e la crescita di specie aliene come la cimice asiatica. Il fatto è che le piogge torrenziali di giugno e la siccità estiva hanno fatto sì che la cimice asiatica potesse prosperare, aggredendo i noccioleti e rendendo così inutilizzabile il 30-40% delle nocciole prodotte.