Re Carlo e la Regina Camilla si sono concessi un viaggio in Australia, per la delizia dei fan (che capiteci: dire sudditi pare un po’ bruttino, anche se “fan” è forse più grottesco) della Royal Family. Delizia che però, ahinoi, si è pericolosamente incrinata quando qualcuno ha lasciato trapelare la carta vini e il menu. Piccolo spoiler: non è una questione di prezzi. Non solo, ecco.
I nostri protagonisti sono atterrati lo scorso venerdì in quel di Sydney e ripartiranno nella giornata di domani, mercoledì 23 ottobre. In molti hanno guardato con diffidenza alla notizia del viaggio, evidentemente preoccupati per i costi, ma a giudicare dal menu della cena offerta dal primo ministro australiano, Anthony Albanese, pare che il budget non fosse così esagerato.
I vini e le birre per Re Carlo (e lo spettacolo di luci)
Carta canta: cinque vini e tre birre, con i primi tutti acquistabili per meno di quaranta dollari a bottiglia. Nella foto del menu lasciata trapelare si legge di Josef Chromy Sparkling NV, Riesling e Shiraz di Hentley Farm, Chardonnay Silver Series di Castelli e Cabernet Sauvignon di Cape Mentelle. Tutti produttori locali, com’è ovvio, e tutti entusiasti per l’occasione di vedere i propri prodotti al desco di un Re.
“Abbiamo visto che un’immagine del menu è diventata virale” ha spiegato a tal proposito David Moulton, capo enologo presso l’azienda vinicola Cape Mentelle, “e la notizia è anche arrivata qui, in azienda. È stato davvero emozionante, e la porta della cantina è sempre aperta per Re Carlo… A patto che lui apra la porta di Buckingham Palace ai nostri vini!”
Respiro di sollievo per i contribuenti, dunque. La faccenda, però, si fa più pruriginosa con la lista delle birre. Sul menu si legge Great Northern, Great Northern zero alcol e Furphy: “Una selezione orribile”, ha commentato un utente su Instagram. “Vino eccellente” ha fatto eco un secondo “abbinato alle nostre peggiori birre”. Un terzo, evidentemente più pragmatico, ha preferito guardare il bicchiere mezzo pieno: “La birra è scadente, ma non è una cattiva notizia. Di solito queste cene costano un sacco, e i soldi sono quelli delle nostre tasse”.