Anche l’ultimo tassello è infine caduto al suo posto – la carne coltivata prodotta da Upside Foods e Good Meat ha infine ottenuto l’approvazione ufficiale da parte del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA). Ora, immaginiamo che i nostri lettori più fedeli non abbiano potuto fare a meno di sperimentare la curiosa sensazione del “già vissuto” – o più precisamente del “già letto”: d’altronde, appena una settimana fa, vi raccontammo di come di fatto la stessa autorità a stelle e strisce avesse già conferito il tanto agognato pollice in su alle due aziende in questione.
Carne coltivata: Upside Foods e Good Meat fanno il loro debutto sul mercato
Badate bene – non abbiamo affatto preso un granchio. Come sottolineammo al tempo, infatti, era necessario un ultimo passaggio prima di aprire del tutto la possibilità alla carne coltivata di Upside Foods e Good Meat di approdare sul florido mercato a stelle e strisce – un’ispezione degli impianti di produzione. Vi ricordiamo, a scanso di equivoci, che infatti la Food and Drug Administration (FDA), altro ente sanitario statunitense, si occupa di valutare la sicurezza del prodotto al consumo umano (un obiettivo ormai raggiunto lo scorso autunno); mentre all’USDA spetta rivedere l’etichetta per la messa in consumo e, come anticipato, condurre le ispezioni di rito.
Doppio semaforo verde, dunque: la carne coltivata è pronta a fare il suo debutto – e che debutto. Stando a quanto lasciato trapelare l’idea di Upside Foods è quella di presentare i propri prodotti al Bar Crenn, San Francisco di una certa Dominique Crenn; mentre Good Meat ha avviato una collaborazione con chef José Andres in uno dei suoi ristoranti a Washington (anche se, è bene notarlo, al momento non esistono ancora date precise circa la comparsa della carne coltivata nei menu).
Due direttive che all’occhio attento rivelano quello che, al momento, rimane uno degli ostacoli più importanti per la carne coltivata – il costo di produzione. “Il nostro obiettivo ambizioso al momento è quello di battere i prezzi convenzionali” aveva spiegato in un’intervista datata dicembre la CEO e fondatrice di Upside Foods Uma Valeti. “Inizieremo con prezzi premium quando entreremo nel mercato: ci aspettiamo che i nostri prodotti arrivino a costare quanto la carne tradizionale, ma ci vorranno dai cinque ai quindici anni”.
L’approdo in piattaforme come quelle in questione dovrebbe facilitare l’urto del primo impatto, in altre parole. È bene notare, nel frattempo, che esiste una terza start up – che ha recentemente ricevuto l’appoggio dell’inventore di ChatGPT – che si avvale di una tecnologia rivoluzionaria apparentemente già in grado di pareggiare i costi. La corsa alla carne coltivata, insomma, è già cominciata: un vero peccato essere rimasti ai blocchi di partenza.