La carne coltivata può essere intesa come strumento per lottare l’estinzione di una data specie? Non è certo una novità che il futuro dell’anguilla sia spaventosamente torbido: numeri alla mano, si stima che la popolazione europea sia diminuita addirittura del 90%, mutilata in primis dalle conseguenze dell’azione dell’uomo. Costruzione di sbarramenti nei fiumi, inquinamento delle acque, pesca illecita – a oggi, la sopravvivenza dell‘anguilla sembra fievolmente aggrappata alla risonanza di appelli da parte di chef e associazioni di settore e alle più recenti decisioni delle autorità comunitarie, che hanno decretato lo stop alla pesca nel Mediterraneo.
A spostare l’ago della bilancia e a offrire una nuova, potenziale soluzione è l’innovazione alimentare: Forsea Foods, startup con sede in Israele, ha prodotto la prima carne di anguilla d’acqua dolce coltivata in laboratorio, prodotta a partire da cellule embrionali della stessa specie.
Carne coltivata: una soluzione al dilemma della tavola?
A onore del vero ci viene da pensare che, a uno sguardo non appannato dalla opaca (e a tratti grossolana) propaganda nostrana, la carne coltivata abbia assunto fin da subito i connotati di uno strumento potenzialmente utilissimo nella lotta all’estinzione o, più generalmente, nel passaggio a un modello alimentare effettivamente sostenibile.
D’altro canto si tratta, al netto di slogan e miopia più o meno maliziosa, di una delle più pressanti questioni dei nostri tempi; e di fatto non ci sorprende affatto apprendere che la startup in questione sia di fatto con base a Israele – Paese che si sta effettivamente dimostrando come fortemente pioneristico nel contesto della carne coltivata, arrivando anche ad approvare la vendita al pubblico di quella tratta da cellule bovine.
Ma torniamo a noi, e alla carne coltivata di anguilla. L’azienda produttrice ha già annunciato l’intenzione di volere ampliare la propria attività e a mettere in vendita i suoi prodotti in due anni, promettendo che i prezzi dovrebbero mantenersi pari a quelli dell’anguilla tradizionalmente catturata in natura.
L’anguilla coltivata è stata prodotta utilizzando organoidi, minuscoli fasci di tessuto originariamente sviluppati per essere utilizzati nella ricerca medica, costituiti da cellule staminali embrionali prelevate da uova fecondate di anguilla.
Queste cellule, spiega l’azienda, sono in grado di svilupparsi in qualsiasi tipologia di tessuto e, man mano che vanno a crescere, si organizzano in maniera automatica nella struttura della carne “vera” senza impiegare antibiotici o ormoni necessari a stimolare la crescita. A oggi, Forsea Foods è di fatto l’unica azienda al mondo a produrre carne coltivata con questa particolare tecnologia.